Proposte ciclabili a San Lorenzo – Una presentazione
Foto da Fotocommunity
Ecco il personale documento di proposte per la mobilità ciclabile a San lorenzo.
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Ecco il personale documento di proposte per la mobilità ciclabile a San lorenzo.
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Il municipio di Richmond a Londra ha deciso di sperimentare le tariffe dei parcheggi in funzione delle emissioni del veicolo espresse in grammi di CO2 al chilometro. La decisione è stata presa in seguito ad un dettagliato rapporto, peraltro apprezzato dal Sindaco di Londra Ken Livingstone.
Immagine da The Oil Drum.
L’anno scorso, il mondo ha prodotto circa 26.86 Gigabarili di petrolio greggio + del condensato o 1.02 miglia cubiche. L’immagine sopra dà un’idea della scala di un cubic mile of oil o CMO confrontato alla torre Eiffel.
Le unità di misura del petrolio sono particolari, si parla di volumi ed energia, raramente chili. Tipicamente, vengono usati i barili (bbl), mentre i numeri, ma sarebbe meglio dire le quantità dell’economia, del petrolio, divengono impercettibili perche giganteschi. I consumi annuali, ad esempio, si misurano in miliardi di barili (Gigabbl), TEP’s o Quads.
Recentemente, un certo numero di esperti hanno constatato che globalmente si consuma proprio 1 miglio cubico di petrolio l’anno, per questo Harry Goldstein e William Sweet hanno proposto come unità di misura il Miglio Cubico di Petrolio (Cubic Miles of Oil o CMO), se ne deduce che:
1 CMO= 4.17 kilometri cubici = 26.22 Gigabbl (1 barile = 42 galloni = 158,987294928 litri).
Ed Kinderman e Hewitt Crane, in procinto di pubblicare un libro per la Oxford University Press sull’idea di normalizzare tutte le unità di energia sul miglio cubico, hanno pensato di paragonare il montante consumato nel 2006 con le altre forme di energia al fine di rendere tangibile come e quanto sia necessario diversificare. La figura in basso converte il petrolio consumato nel 2006 con altre forme di energia in funzionamento per 50 anni.
Ipotesi : La diga delle tre gole ha una potenza di 18 gigawatts. Una centrale nucleare è solitamente da 1.1-GW. Una centrale a carbone è valutata 500 megawatt. Una turbina eolica con pale da 100 metri di diametro e valutato a 1.65 Mw. Un pannello solare per i tetti domestici equivale a 2.1kilowatt. Nel confrontare le categorie, bisogna considerare che il tempo medio di alimentazione prodotta varia (le rinnovabili sono tipicamente discontinue), di modo che l’energia totale ottenuta non è una semplice funzione della potenza dichiarata.
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La notizia data dell’11 gennaio: due ricercatori dell’Argonne National Laboratory e del Lawrence Berkeley National Laboratory dell’Università di Berkeley hanno messo a punto un catalizzatore composto da una lega di Nickel e Platino – Pt3Ni(111) – in grado di produrre la riduzione dell’ossigeno al catodo della cella a combustibile (tipo PEM) con una efficienza mai riscontrata prima.
Il composto ha una struttura elettronica inusuale che lo rende 10 volte più attivo del platino puro e 90 volte più attivo del platino sul carbonio attualmente usato nelle celle a combustibile. I ricercatori hanno creato dei puri cristalli di platino-nickel in ogni possibile configurazione misurando l’attività di riduzione e comparandola al platino e platino su carbonio. Pt3Ni(111) si conferma il più attivo mai trovato.
Il prossimo passo, dice il Dott. Stamenkovic, sarà ingegnerizzare delle nanoparticelle di catalizzatore dalle proprietà morfologiche ed elettriche che mimino quelle dei puri singoli cristalli di Pt3Ni(111). Vedi una versione divulgativa dell’articolo.
Fonte: International Clearing House for Hydrogen Commerce. La sintesi da Science. Per alcune reazioni vedi GreenCarCongress
Aggiornamento: articolo da LightSources.
Foto da Danishtechnology
Il Dott. Jay Benziger è stato premiato dalla National Science Foundation dell’Università di Princeton per aver sviluppato un tosaerba a celle a combustibile. I dettagli del pogetto con i relativi risultati sono stati pubblicati sulla rivista Chemical Engineering Science di febbraio 2007.
L’idea di convertire tosaerba e sedie a rotelle all’idrogeno mediante una fuel cell non è nuova. L’innovazione che, secondo gli autori, potrebbe rendere le celle a combustibile pratiche per piccoli utensili come le falciatrici e le motoseghe, consiste nel meccanismo di controllo innovativo per alimentare efficientemente le celle a combustibile.
Le celle funzionano in “dead-end mode“, un sistema che si caratterizza per un circuito chiuso dell’idrogeno, dell’aria e dell’acqua. Il processo controlla il flusso di idrogeno per ottenere la potenza elettrica necessaria, in modo simile all’alimentazione a benzina di un motore a scoppio. Il sistema funziona come un sistema stagno che usa l’acqua prodotta nella reazione per regolare il formato della camera di reazione stessa, il luogo cioè in cui i gas si “uniscono” per formare l’acqua, il calore e l’elettricità. Tutto l’idrogeno viene così bruciato e non c’è necessità di un costoso sistema di ricircolo.
Vedi anche articolo da New Scientist.
Commento
Ricordo di aver sentito parlare del funzionamento in modo dead-end durante una visita alla DeNora di Milano nel 1996, era apparentemente la procedura standard di funzionamento delle celle : semplice ed economica. Il rendimento della cella è di oltre il 50%. La cella funziona come una spugna che “succhia” l’idrogeno immesso, ma non sono possibili rapidi sbalzi di potenza. Questa “dolcezza” di funzionamento di un generatore di potenza, le celle a combustibile appunto, è importante perché può caratterizzare le applicazioni future della tecnologia e tutta la filiera idrogeno.
Vado oltre: col funzionamento “dead-end” le celle a combustibile completano il loro differenziamento dalla tecnologia dei motori a scoppio:
fumi: nulli
rumore: nullo
carburante: rinnovabile
accelerazione: dolce.
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Il World Economic Forum di Davos 2007 ha i cambiamenti climatici in cima alle priorità. Sembra che – finalmente – l’opinione sull’effetto serra sia cambiata: non serve limitare la crescita di emissioni per mantenere la crescita economica, ma occorre ridurre le emissioni per riuscire – forse – a mantenere il livello economico attuale. Probabilmente vi sarà decrescita.
Tra i segni del cambiamento segnalo il rapporto/sondaggio della KPMG, introdotto dal CEO Sir Michael Rake, su come 150 top manager dell’industria automobilistica vedono il futuro del settore. C’è poco ottimismo e grande incertezza; secondo Autoblog addirittura disfattismo…
Ricordiamo che:
1) Toyota è salita al primo posto, scavalcando General Motors;
2) Esiste un vantaggio competitivo dell’industria giapponese sulla tecnologia ibrida rispetto a Stati Uniti ed Europa;
3) Le nuove norme europee Euro 5 ed Euro 6 che frenano la tecnologia diesel;
4) La geopolitica degli idrocarburi;
5) La geopolitca dei cambiamenti climatici.
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Oggi Eugenio Scalfari ci da il succo del mestiere di giornalista; nell’articolo “Se Prodi cadrà la sinistra scomparirà” infatti dice:
A Torino mercoledì scorso il ministro Padoa-Schioppa, invitato dal rettore a svolgere una conferenza su Altiero Spinelli, è stato contestato con urla e petardi fin nel cortile dell’Università, da 50 rappresentanti di centri sociali e frange estremiste, ed è stato seguito con attenzione e applaudito da 600 studenti e docenti nell’aula in cui parlava.
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Con i nuovi limiti alle emissioni le critiche fioccano.
L’accusa dei bloggers è di obbligare gli automobilisti ad acquistare auto sempre più pulite, una sorta di “keynesianesimo” imposto, tutto a vantaggio di costruttori e concessionari; mi ricorda le ragioni dello sciopero dei benzinai che, in questi questi stessi giorni, accusano il governo di voler avvantaggiare la grande distribuzione con la liberalizzazione dei punti vendita…
Le auto rappresentano la contraddizione regina del mondo d’oggi: da un punto di vista “bioeconomico” non si dovrebbero rottamare, ma riparare e migliorare cambiando carburante, combustione, catalizzatore ecc. I problemi di riscaldamento globale legati all’efficienza e, soprattutto, dell’inquinamento locale spingono invece per motori nuovi, con un evidente spreco di energia e materiali.
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Andiamo meno in macchina, anche perché in macchina si “va” di meno per forza, stando spesso fermi!
Il fenomeno era già stato evidenziato nel rapporto del 2005: i costi di gestione – primissimo tra i quali la benzina – stanno portando sicuramente gli italiani a “gestire” il mezzo privato con più parsimonia rispetto al passato.
Tra i fattori determinanti :
Ora mi sembra necessario riportare (da Tecalibri) il Testamento del Padre della Bioeonomia
Primo, la produzione di tutti i mezzi bellici, non solo la guerra, dovrebbe essere completamente proibita. E’ assolutamente assurdo (e ipocrita) continuare a coltivare tabacco se per ammissione generale nessuno intende fumare. Le nazioni così sviluppate da essere le maggiori produttrici di armamenti dovrebbero riuscire senza difficoltà a raggiungere un accordo su questa proibizione se, come sostengono, hanno abbastanza saggezza da guidare il genere umano. L’arresto della produzione di tutti i mezzi bellici non solo eliminerebbe almeno le uccisioni di massa con armi sofisticate, ma renderebbe anche disponibili forze immensamente produttive senza far abbassare il tenore di vita nei paesi corrispondenti.
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I rischi globali stanno superando la possibilità di essere attenuati, è questa la considerazione fondamentale di Global Risks 2007, un report elaborato da Citigroup, Marsh & McLennan Companies, Swiss Re ed il Wharton School Risk Center.
Obiettivo dello studio sono 23 rischi globali fondamentali (“core”) che hanno il potenziale di distruggere il sistema (economico-finanziario). Tali rischi sono identificati ed analizzati da esponenti del mondo finanziario e delle compagnie di RI-assicurazioni che vedono nei cambiamenti climatici (e nei danni da essi provocati) la maggior causa della perdita di profitto.
Il rapporto suggerisce che, oltre a misure specifiche di controllo del rischio, potrebbero essere necessarie delle innovazioni istituzionali per generare delle risposte efficaci ad una tale situazione di rischio, vista l’intrinseca complessità.
Dopo il conclave dell’Unione a Caserta, sento la necessità di segnalare che il sito del Ministero dello Sviluppo Economico fornisce un utile documento sullo stato delle liberalizzazioni avviate dal ministro. Il documento in Word.
Ieri, andando da un amico per vedere una partita (persa dal Torino contro l’Inter), non ho potuto fare a meno di notare che su Sky le pubblicità sono diverse. Non conosco quelle sulle reti Mediaset, ma sul canale di Murdoch le industrie propongono altri clip rispetto alla Rai.
Sul canale sportivo, ad esempio, le pubblicità di un noto fuoristrada, o SUV, sono altamente diseducative: l’auto corre sgommando su spiagge, campi, sentieri rocciosi, diventa un serpente e alla fine torna sgommando sulla strada. In breve si vuole dare un sentimento di onnipotenza ed aggressività, non di libertà, e questo è un male.
Non si tratta di entrare nella polemica sull’efficienza, l’inquinamento e la tassazione dei fuoristrada, qui si stigmatizza il modello proposto dall’industria automobilistica. In un paese con tassi di incidentalità tra i più alti al mondo credo sia giusto intervenire.
Ecco un dossier di Legambiente.
di Pat Thomas
La maggior parte di noi potrebbe elencare almeno una mezza dozzina di ragioni per le quali le automobili sono dannose per la salute e per l’ambiente. Le automobili sono dei mezzi di trasporto inefficienti, consumano combustibili fossili, sono oggetto di culto, difficili da smaltire e riciclare e generano inquinanti come idrocarburi, ossidi d’azoto e di carbonio.
Meno conosciuta è la produzione di polvere di pneumatico, collegata ad una vasta gamma di problemi per la salute quali allergie, asma e malattie cardio-vascolari.
Il 10 gennaio sarà ricordato come la giornata della svolta. Dopo il sonnolento vertice di Nairobi, un autunno-primavera che ha convinto sui cambiamenti climatici anche gli ultimi contadini di Volsini e le liti tra Bielorussia e Russia per i prezzi degli idrocarburi, hanno messo le ali ai piedi alla Commissione Barroso riguardo alla scarsità delle risorse: CHEAP OIL IS OVER! Molto meglio dare un po di rinnovabile, gente, e chi vuole continui carbone e nucleare, basta seppellire bene CO2 e Plutonio, secondo i casi. Si scherza un po…ma gli elementi della tragicommedia del mondo ci sono tutti: inquinamento nei cieli ed esaurimento nel sottosuolo. Kyoto è lontana e NON si avvicina, anzi pare che gli obiettivi posti nemmeno bastino.