6 trilioni di €
Secondo il rapporto commissionato dal governo britannico a Nicholas Stern, già capo economista alla Banca Mondiale, il costo stimato dei cambiamenti climatici potrebbe raggiungere 6 trilioni di € (6+10^12 o 6.000.000.000.000) nei prossimi 40 anni: il 20% DI TUTTI I SOLDI DEL MONDO! Il rapporto Stern.
La soluzione è semplice: spendere l’1% del PIL mondiale ORA. Stern dichiara infatti che per evitare il disastro Possiamo pagare l’1 % in più adesso. Possiamo crescere ed ‘essere verdi’. Stern ritiene necessario sottoscrivere un Nuovo Protocollo di Kyoto l’anno prossimo e non nel 2011. Per i diversi paesi le opzioni per salvare il pianeta spaziano dall’aumento di tasse ambientali allo scambio di emissioni.
In ogni caso i governi avranno un ruolo fondamentale di regolatore dell’economia. Guidare e volare dovranno essere tassati ulteriormente; viene ipotizzato un ‘global warming premium’ su frutta esotica, verdure e fiori che attraversano il mondo in aeroplano. Infatti, il trasporto aereo è attualmente uno dei meno tassati dato che il cherosene è esentasse. Ad esempio: 1 chilo di kiwi dalla Nuova Zelanda all’Europa produce 5kg di CO2 nell’atmosfera.
Stern suggerisce un raddoppio degli investimenti nella ricerca sull’energia ed un protocollo di Kyoto più rapido: i negoziati con gli Stati Uniti devono essere intrapresi con George Bush alla Casa Bianca (senza sperare in un futuro presidente migliore).
Questo rapporto è considerato decisivo per la politica internazionale: quello di Stern è il primo contributo consistente proveniente da un economista e non da uno scienziato. Per questo gli analisti politici confidano nella possibilità che il rapporto si traduca in un ambizioso calendario di interventi concreti.
La previsione di Stern dell’1 per cento del PIL globale è all’incirca la cifra spesa annualmente per la pubblicità e la metà di quanto costerebbe un’influenza pandemica mondiale acuta, secondo una stima della Banca Mondiale. Senza un intervento rapido, egli stima, i costi raggiungerebbero tra il 5 ed il 20 per cento del PIL.
Il rapporto sottolinea la necessità della cooperazione. L’unilateralità è insufficiente, poiché anche se la Gran Bretagna chiudesse tutte le sue centrali domani, la riduzione nelle emissioni globali verrebbe cancellata in 13 mesi dalla crescita delle emissioni della Cina.
Stern nel rapporto chiede nuovi fondi per aiutare l’Africa e altri paesi in via di sviluppo al taglio delle emissioni, tuttavia i paesi chiave sono la Cina e l’India. La Cina infatti emette già quasi quanto gli USA ed aumenta rapidamente con il numero di auto e delle apparecchiature elettroniche: 30 milioni di famiglie acquisteranno la TV digitale nei prossimi anni. Dal Guardian
Da noi, il 30 Ottobre il ministro Pecoraro Scanio, commentando il rapporto Stern, ha dichiarato: contiene un messaggio chiarissimo: i piani economici redatti dai governi devono tener conto delle politiche a tutela dell’ambiente. Queste sono a tutti gli effetti un elemento fondamentale delle politiche economiche. Aggiungendo: La rappresentazione del problema [ambientale] attraverso la stima dei costi economici ha un effetto dirompente anche per il più recalcitrante dei politici.
Ma non sembra dello stesso avviso oggi il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, che nel suo intervento alla 82esima Giornata Mondiale del Risparmio ha assicurato che la crescita dell’economia è la priorità delle priorità nell’azione del governo.
Sulla stessa linea del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che avverte: Affinché la ripresa in atto non sia effimera, la politica economica, il sistema finanziario sono chiamati ad accompagnare l’adeguamento strutturale del sistema produttivo, a convogliare il risparmio verso investimenti innovativi. da GreenReport.