Un’idea per Napoli
Vista l’urgenza del problema rifiuti a Napoli e, in prospettiva, in tutta Italia, a causa della forte ostilità delle popolazioni ai termovalorizzatori, crediamo utile segnalare una soluzione diversa da Popular Science. Un bioreattore mobile che al costo di US$850.000 (€630.000) converte rifiuti domestici in biometano ed etanolo.
Avevamo già parlato di come i rifiuti alimentari costituiscano un serio problema economico (prima di divenire sociale, nel caso Campano), essendo oggetto di petizione. In questo blog sponsorizziamo senza esitazioni la pirolisi, perche al contrario dell’incenerimento valorizza realmente la materia.
La tecnologia del bioreattore della Purdue University (vedi post) trova ora applicazione concreta nell’esercito, che di impatto ne ha parecchio (altro post).
Il dispositivo, progettato per l’esercito USA, risponde al preciso bisogno di ridurre drasticamente sia il volume di rifiuti che la quantità di combustibile usato nei generatori diesel di un battaglione di 600-persone.
“Sapendo che un soldato produce una media di quattro libbre di rifiuti al giorno (1.8 kg) abbiamo preso due piccioni con una fava” dice Warner jerry, il fondatore di Defense Life Sciences, un contractor dell’esercito in partenariato con la Purdue “si eliminano i rifiuti e allo stesso tempo risparmi il combustibile”.
La raffineria funziona come un intestino gigante: una trinciatrice spezzetta i rifiuti, gli enzimi li digeriscono in zuccheri semplici, che il lievito metabolizza per produrre l’etanolo. Tutto lo scarto rimanente (tazze di carta, forchette di plastica ecc.) è imballato in pellets e bruciato per produrre un gas composto soprattutto di metano, di propano, di anidride carbonica e di idrogeno. La raffineria mescola questo gas con l’etanolo e lo usa per fare funzionare un generatore diesel modificato. Delle dimensioni di un furgoncino, la biorefinery è interamente autonoma ed auto-alimentata. Dimensionato per “digerire” 2.500 libbre (una tonnellata circa) di rifiuti al giorno e restituisce 60 chilowatt, abbastanza per alimentare 20 appartamenti.
In caso di bisogni termici va anche meglio: il reattore potrebbe anche essere posizionato in un ospedale, usando l’energia termica in eccesso per produrre acqua sanitaria o calore. Idem per un’ospedale da campo in zone disastrate.
E l’idea?
L’idea è: “Pronto ENEA, mi occorrono 20 reattori