Bioeconomia teorica: Kozo su funzione di produzione, modello fondi-flussi ed elasticità di sostituzione
Kozo-Platone…
…ci sintetizza il pensiero di Georgescu-Roegen-Socrate nei riguardi della teoria della produzione “inventata” da R. Solow su cui, oggi più che mai, per limiti e danni provocati, si addensano le colpe della crescita della povertà, dell’ingiustizia e dell’ineguaglianza nel mondo. Dalla teoria della produzione, il fondamento della crescita, e dalla rappresentazione del processo economico da parte dell’accademia, che fonda i programmi politici, si deve partire per…capire cosa si vuole. Semplicemente (anche prima del bene comune).
Il contributo (per gentile concessione di Kozo Mayumi)
I flussi sono elementi che entrano ma non escono da un processo o, all’opposto, elementi che escono senza entrare nel processo. I fondi (capitale, persone, terra Ricardiana) sono elementi che entrano ed escono dal processo senza cambiamenti, (contribuendo a) trasformando i flussi di input (entranti) in flussi di output (produzione).
I flussi non si accumulano necessariamente sotto forma di stock: l’essenza del cambiamento qualitativo.
La differenza tra il concetto di stock e quello di fondo deve essere attentamente marcata, altrimenti i fatti della vita economica rischiano di essere distorti a scapito di tutti. Se il conteggio mostra che una scatola contiene 20 caramelle, noi potremo rendere felici 20 bambini oggi o domani, oppure alcuni oggi ed altri domani, e così via. Ma se un ingegnere ci dice che una camera d’hotel probabilmente durerà altri 1000 giorni, noi non potremo fare felici 1000 turisti ora.
Potremo farne felice uno oggi, uno domani e così via, fino a che la stanza non collassa. Prendiamo l’esempio della lampadina che dura 500 ore. Non è possibile usarla per fare luce in 500 stanze per un’ora adesso. L’uso del fondo (i.e. la sua “decumulazione”) richiede una durata.
La Rappresentazione secondo i fondi-flussi del processo di produzione
Nell’elaborazione del progetto di un processo di una fabbrica un esperto deve considerare un set di tre relazioni:
i) il tasso di produzione normale, q (non la capacità massima di tasso di produzione) determinato dalla struttura della terra Ricardiana e dei fondi di capitale impiegati;
ii) la relazione tra i flussi entranti (energia e materiali, r; i prodotti delle altre industrie, i; i rifiuti, w) ed il tasso di produzione, q;
iii) la struttura degli elementi fondo, i.e. un certo numero di lavoratori da impiegare (H), corrispondenti alla taglia dei fondi della terra Ricardiana (L) e del capitale (K) da usare.
q = q(L, K,) = F(r, i, w)
con
H = H(L, K,)
Qualunque processo produttivo è limitativo, nel senso che non è possibile compensare una decrescita nel tasso di produzione dovuta ad una decrescita di un elemento fondo (e.g. il capitale) con un aumento di un flusso entrante (e.g. risorse naturali). Citando l’esempio di Daly (1992), avendo accesso a maggiori quantità di legname è inutile se la capacità della segheria è un elemento limitante o, all’opposto se il collo di bottiglia è rappresentato dall’offerta di legname.
In generale, cambiando la struttura di un processo produttivo non viene garantito che sia la funzione (dei flussi) F(r,i,w) o i fondi (K o L) rimangano inalterate e neanche che i flussi stessi r, i, w, non cambino.
Quindi, la rappresentazione degli isoquanti, il concetto di elasticità di sostituzione e la derivata nel tempo della stessa funzione (di produzione) secondo il progresso tecnologico, patrimonio della teoria neoclassica della produzione, perdono qualsiasi significato operativo ed empirico.
Segue discussione dell’omogeneità di primo grado della funzione ed altro…
segue…