Euro 5 – Sul Concetto di Valore dell’Automobile
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Con i nuovi limiti alle emissioni le critiche fioccano.
L’accusa dei bloggers è di obbligare gli automobilisti ad acquistare auto sempre più pulite, una sorta di “keynesianesimo” imposto, tutto a vantaggio di costruttori e concessionari; mi ricorda le ragioni dello sciopero dei benzinai che, in questi questi stessi giorni, accusano il governo di voler avvantaggiare la grande distribuzione con la liberalizzazione dei punti vendita…
Le auto rappresentano la contraddizione regina del mondo d’oggi: da un punto di vista “bioeconomico” non si dovrebbero rottamare, ma riparare e migliorare cambiando carburante, combustione, catalizzatore ecc. I problemi di riscaldamento globale legati all’efficienza e, soprattutto, dell’inquinamento locale spingono invece per motori nuovi, con un evidente spreco di energia e materiali.
Il pubblico percepisce le norme UE come una follia consumistica a vantaggio dell’industria e, forse, c’è del vero, ma l’urgenza di risolvere la questione sanitaria dell’aria nelle città resta. Il come rimane dubbio.
Un testo precedente presenta le alternative al livello di tecnologia motoristica, stigmatizzando i limiti della tecnologia attuale: il motore a combustione interna. L’impressione personale è che con le future norme Euro 5 ed Euro 6 si dovrà cambiare carburante e sistema di trazione. Diversa è la questione del valore delle auto euro 4, Euro 3 ed Euro 2 negli anni futuri. Vedendo – fino a ieri – pubblicità di auto Euro 4, il sentimento di “presa in giro” è forte (vedi aggiornamento). Se ne deduce che la compatibilità ambientale dell’auto è diventato un requisito irrevocabile e non per coscienza ambientalista, ma per la libertà di circolare nei centri storici.
Credo dunque che la politica dell’UE sia fondamentalmente giusta, in quanto :
1 – Educa le persone ad una mobilità diversa, essenziale, ciclabile, pedonale, intermodale;
2 – Spinge le case automobilistiche a produrre veicoli più evoluti e – presto – diversi, quali ibridi, elettrici e a carburanti alternativi;
3 – Contribuisce sia al miglioramento di aria e quiete delle città europee che all’efficienza del settore trasporti.
Infine una previsione sui SUV.
La deroga concessa a questa categoria di veicoli è comprensibile: non ce la fanno proprio a rispettare gli standard Euro 5, poverini. na previsione: l’eccezione si tramuterà in messa all’indice. L’UE concede 3 anni, ma l’appeal in un contesto di auto piccole e pulite sarà assai dubbia.
Aggiornamenti
da L’Espresso del 25 Gennaio 2007
Si chiama Euro 5 l’ostacolo a quella che sembrava l’inesorabile penetrazione del diesel in Europa. La nuova normativa, approvata nel dicembre scorso, entrerà in vigore nel settembre 2009 e avrà un impatto solo sui motori a gasolio, visto che quelli attuali a benzina già rispettano Euro 5. Per ridurre dell’80% le emissioni di particolato (che contengono anche le polveri sottili), come vuole la norma, i diesel dovranno montare un filtro speciale (antiparticolato) e avere una maggiore efficienza del sistemadi ricircolo dei gas di scarico.
Spiega Giancarlo Poli di Alix Partners: “Tutti costi in più che, uniti alle novità che stanno rendendo più efficaci i piccoli motori a benzina, rallenteranno la crescita dei diesel, soprattutto nei segmenti dive si fanno grandi numeri come il B e il C“.