Il mio oilwatch, i sistemi di trasporto e 80 anni di auto inefficienti
La mente dell’uomo è capace di qualsiasi cosa – poiché dentro di essa vi è ogni cosa, non solo tutto il passato , ma anche tutto il futuro. Joseph Conrad (dal sito dell’Unione Petrolifera)
Pensando al futuro, guardiamo al presente dando un’occhiata al grafico sotto….
Dovrei parlare di due articoli.
Il primo parla dei pregi degli aerei rispetto al treno: ne stanno parlando in molti, si intitola La valutazione ambientale del trasporto passeggeri dovrebbe includere le catene dell’infrastruttura e dell’offerta. E’ scaricabile.
Gli autori sono persone preparate, uno ha fatto la tesi di dottorato (Life-cycle Environmental Inventory of Passenger Transportation in the United States, pdf 300 pagg), costruendo l’inventario ambientale dei sistemi di trasporto per gli Stati Uniti. Nel grafico sotto si vedono le emissioni per km percorso dei diversi tipi di trasporto.
Con diversi limiti: non si tiene conto del particolato (vedi “Methodology” a pag. 2 dell’articolo), che costituisce probabilmente il danno più grave dei trasporti su gomma (vedi qui, qui e qui).
Inoltre le ferrovie americane hanno ancora molte locomotive a diesel e l’elettricità prodotta (che alimenta quelle elettriche) è fatta in gran parte da carbone. Si ripete per le ferrovie la questione di come viene prodotta l’elettricità negli USA, già affrontata nel caso dell’acqua per la produzione di idrogeno.
L’articolo sottolinea come il ciclo di vita dell’infrastruttura ferroviaria sia più “impattante” di quella aeroportuale e, tuttavia, risulta difficile credere che – nel lungo periodo – viaggiare in aereo sia più ecologico che prendere il treno. Sicuramente un aereo pieno impatta meno di un treno vuoto, per capita. Ma per un’analisi completa si dovrebbe considerare il traffico su gomma (il peggiore, secondo gli autori) evitato, da un sistema di ferrovie capillare.
Il secondo, non scaricabile, si intitola: Fuel efficiency of vehicles on US roads: 1923–2006 di Michael Sivak ed Omer Tsimhoni. In appena 3 pagine, gli autori hanno ricostruito i consumi delle auto USA grazie ai dati su litri di carburante acquistati e sui km percorsi, concludendo che, dopo i progressi a seguito della prima crisi petrolifera, l’efficienza dei veicoli è, sostanzialmente, ferma (vedi sotto).
La causa è dovuta all’alta cilindrata media del parco veicolare americano (il che spiega l’attuale stato finanziario dell’industria automobilistica USA), ma serve da monito anche da noi, in Europa, dove le cilindrate sono molto inferiori. Da un lato infatti tutte le merci viaggiano su gomma, cioè su camion diesel, con parecchio particolato (vedi il primo articolo), dall’altro si deve constatare che gli standard “richiesti dai consumatori” in prestazioni (accelerazione) e gadgets (aria condizionata) limitano implacabilmente l’efficienza del nostro parco veicolare.
Circolarmente, dunque, rimando al primo grafico di questo post.