Il petrolio all’industria e le rinnovabili per le famiglie
Con l’energia che diventa scarsa si pone il problema di un uso più razionale. Meglio usarla per produrre, diranno i produttori…Su questo tema è interessante l’intervento del presidente di Iberdrola, che propone una scenario in cui l’energia (e le componenti chimiche) del petrolio vengano riservato all’industria, mentre i consumi del settore residenziale potrebbero essere soddisfatti dalle fonti rinnovabili, accompagnandosi a elettrodomestici ad alta efficienza, isolamento termico, parsmonia eccetera.
Sono abbastanza d’accordo, salvo un punto: la mobilità di persone e merci. Penso che la rete elettrica, alimentata dalle centrali tradizionali, debba servire a sostenere i trasporti elettrici su rotaia. E’ un punto essenziale che lo Stato sostenga il trasporto pubblico in energia ed infrastrutture.
L’idea Iberdrola: alle famiglie le energie rinnovabili, il greggio alle imprese
Un mondo senza plastiche, gomme, fibre sintetiche, nylon. Un mondo senza i derivati del petrolio. Non è nemmeno immaginabile. Neanche con il prezzo del greggio alle stelle che non accenna a diminuire (ieri il barile Usa ha sfondato la soglia di 137 dollari). E così Ignacio Sànchez Galàn, il presidente della spagnola Iberdrola, il colosso dell’energia iberico, in un’intervista al Financial Times, ha fatto una proposta piuttosto singolare. “Plastiche, derivati del petrolio? Al momento non abbiamo alternative a questi prodotti ma le abbiamo per quanto riguarda la produzione di energia“.
E così il manager di Madrid, a capo di uno dei gruppi leader dell’energia europei e il più grande produttore al mondo di energia eolica, propone di lasciare le riserve di greggio per l’industria che non ne può fare a meno mentre i consumatori dovrebbero soddisfare i loro fabbisogni energetici con le fonti rinnovabili, vento, acqua e sole. Con grande sollievo dell’impresa chimica, dei produttori di plastiche e di pneumatici che nei loro processi utilizzano una grande quantità di greggio.
L’ipotesi di Galàn aggiunge un nuovo elemento al dibattito sull’alto impatto del caro-petrolio sull’economia, “una vera e propria emergenza nazionale” secondo il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia; mentre, sulla drammatica situazione del surriscaldamento del pianeta e del taglio delle emissioni, la scorsa settimana il direttore dell’International Energy Agency Nobuo Tanaka ha richiamato la necessità di “una rivoluzione tecnologica” per dimezzare le emissioni entro il 2050.
Il presidente di Iberdrola è anche preoccupato delle riserve di petrolio che sono “scarse e diventeranno sempre più scarse“.
“Vogliamo essere responsabili di bruciare nella nostra generazione risorse create in milioni di anni?” scrive il Ft. E, sottolineando il crescente appeal delle fonti rinnovabili, conclude: “Dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre la dipendenza dal petrolio, costi a parte“. Nucleare? Oro nero? Per gli ambientalisti esiste anche una terza via: il risparmio energetico. E la necessità di un piano energetico nazionale che individui chiaramente quale energia e per quali consumi.
Antonia Jacchia, Corriere della Sera 12 giugno 2008