La delusione biofuels
La fiducia (ed i soldi in sovvenzioni messi) nei biocarburanti sono stati motivati da 3 argomenti:
- l’indipendenza e la sicurezza energetica (prepararsi al picco del petrolio);
- la lotta all’effetto serra;
- la politica agricola nell’area Ocse e lo sviluppo dell’agricoltura nei paesi in via di sviluppo.
The biofuels delusion di Mario Giampietro e Kozo Mayumi rappresenta, probabilmente, la risposta definitiva all’ipotesi che i biofuels possano costituire la panacea: sovvenzionando i programmi per la produzione industriale di etanolo dal mais negli USA o da canna da zucchero in Brasile, infatti, i governi hanno creduto ad un miraggio.
I biocarburanti non potranno sostituire il petrolio che, invece, entra nei pesticidi, nella logistica, nei macchinari per la sua produzione, ecc. Inoltre, il disboscamento di foreste tropicali o la messa in coltura delle praterie produce un bilancio nettamente negativo in CO2.
I biocarburanti rischiano di lasciarci senza energia, senza cibo e di aggravare l’effetto serra, senza considerare l’effetto disastroso sulla biodiversità e l’agricoltura tradizionale (e l’associato impatto sui sistemi sociali).
In questo libro fondamentale, Mario Giampietro e Kozo Mayumi presentano sia un quadro teorico esaustivo che l’evidenza empirica necessarie per smascherare il pericolo della produzione di biocarburanti mediante coltivazioni agricole dedicate.
Il testo inizia con l’analisi storica della crescente dipendenza dai combustibili fossili, per sviluppare successivamente una metodologia generale per la valutazione delle risorse energetiche alternative, non limitata ai biocarburanti.
Vengono descritti i concetti di base dell’energetica e della bioeconomia, per dimostrare come la dinamica del metabolismo energetico (Giampietro et al. 2003) delle società moderne sia totalmente incompatibile con la produzione di biocarburanti da agricoltura.
Il libro propone un’ulteriore riflessione sull’inerzia delle politiche pro-biofuels dei grandi paesi che, nonostante l’evidenza scientifica a sfavore, sembrano voler “perseverare nell’errore”, fatalmente attratti dal miraggio dell’energia dalla terra.
Si assiste così ad un dialogo fra sordi, tra favorevoli e contrari, completamente incoerente sia con la logica del dibattito scientifico/accademico che con l’attuale società dell’informazione.
Io la vedo un po come per il Nucleare.
Tutti sanno benissimo che l’attuale generazione è ben lungi da risolvere in termini definitivi qualsiasi problema energetico, ed anzi pone rischi molto seri sia dal punto di vista ambientale che per la sostenibilità economica a lungo termine. Però c’è sempre la speranza che una futura generazione (la IV ?? la V ??) risolverà tecnologicamente questi problemi e dia una nuova opportunità di continuare a sognare il “business as usual”. Sono quindi oggi una scelta marginale. Domani chissà.
La stessa cosa è con i biocarburanti, oggi hanno EROEI prossimo ad UNO, competono con il cibo, solo un folle potrebbe pensare di mantenere l’attuale mobilità solo con i biocarburanti. Ma si spera in un biofuel di seconda generazione che abbia proprietà diverse dall’attuale.
La ricerca NON VA FERMATA, ma il loro uso non va pianificato e spacciato come soluzione, hanno senso in un ottica di transizione marginale.
E’ questo che rende sordi coloro che dialogano, da una parte false speranze e facili promesse, dall’altra la cruda realtà.
Io la penso così.
Paolo Marani
MIZ – Cesena