L’acqua come colla della vita
Ho sempre pensato che l’acqua fosse una sorta di collante della vita, che le permette di “tenere insieme” quel seme con la terra in modo che possano “usare” il sole…
Marco ci dà la possibilità di godere di un bellissimo brano in proposito:
Nella terra secca il seme è solo. Solo e prigioniero. E’ circondato di ricchezze, cibi, tutto ciò di cui avrebbe bisogno per svilupparsi. Queste ricchezze, questi cibi, li chiamano sali minerali, inutile saperne di più alla tua età. Sappi soltanto che se ne stanno fuori tiro. Il seme non ha braccia per raggiungerle. O meglio, le sue braccia sono avvolte da una pelle che lui non può squarciare.
Immagina il supplizio del seme, così vicino alla vita e sempre tagliato fuori.
Arriva l’acqua. L’acqua ama soltanto i viaggi di gruppo. Accoglie tutti i passeggeri che può, trascina con sé tutti quelli che incontra, e in particolare i famosi sali.
L’acqua ha un’altra singolarità: nulla le resiste. Nessuna barriera, nessuna muraglia, nessun catenaccio. S’insinua sotto la sua pelle, lascia i suoi regali e continua per la sua strada verso un altro seme.
Ed ecco! alla fine della giornata, il deserto ha cambiato colore. Il verde ha trionfato sul giallo.”
L’ingegnere si versò altro caffè. Vedevo i suoi occhi. Studiava le nostre reazioni.
Mio padre fu il primo a trovare la lingua: “L’acqua collega dunque tra loro i pezzi separati del mondo.”
“Precisamente.”
Poiché mi avevano dimenticata, bambina incapace di intelligenza, decisi di prendere a mia volta la parola:”Ho capito anch’io: l’acqua guarisce dalla solitudine.”
“Non potevi dirlo meglio. senz’acqua saresti soltanto un ammasso di briciole, e non questa persona unica, questa brillante Marguerite, orgoglio dei tuoi genitori.”
“Allora berrò molto più di prima”.
Erik Orsenna, Madame Ba, Milano 2004
Grazie Marco.