L’incentivazione del Fotovoltaico vista dal basso
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Poiché i recenti provvedimenti per l’efficienza energetica e l’incentivazione delle energie rinnovabili (vedi post) sono fatte bene e i documenti attuativi sono estremamente chiari, voglio sperare che le lettere seguenti inviate a La Repubblica siano “frizioni” del Gestore Nazionale, cui il legislatore porrà rimedio al più presto.
Lettera 1 di Alberto Fasola, San Biagio della Valle (PG), 13/3/07
Io, agricoltore biologico e il risparmio energetico
Sono agricoltore biologico in Umbria da 20 anni. Conscio delle necessità ecologiche del pianeta o approfittato subito del “conto energia”, ho quindi impiantato un fotovoltaico da 19 kW per alimentare pompe di calore per riscaldamento, mulino, cella-frigo e in prospettiva anche un trattore elettrico. Il “premio incentivo” ventennale consiste in 0,445 € per ognuno dei 25.000 kWh prodotti grosso modo in un anno dai miei pannelli. Ma con mia grande sorpresa mi è stato detto (dal numero verde del Gestore) che tale premio verrà corrisposto solo per l’energia che consumerò.
Assurdo: sarò quindi costretto, per conseguire l’incentivo a consumare tutti i 25.000 kWh anche se non mi servono: e quindi a tenere tutte le luci accese di giorno, i riscaldamenti accesi anche d’estate e altri ameni “risparmi energetici” di questo tipo.
Allora delle due l’una: o siamo di fronte ad un’insipienza totale del legislatore, o – non voglio pensarlo – l’Enel non vuole acquisire la differenza tra l’energia prodotta (25.000 kWh) e l’energia da me oggi consumata (ad es. 15.000 kWh) per riversarla su altro utente, per non diminuire l’energia acquistata dai suoi tradizionali fornitori di energia elettrica da fonti fossili (vedi centrali a carbone o a petrolio).
Infine, sembra inoltre che siano penalizzati gli impianti a terra rispetto a quelli sul tetto, che per agricoltori che hanno abbondanza di terra (sottoutilizzata) e magari non tetti rivolti verso sud, sembra un’altra assurdità. Si può sperare in un sussulto di “democrazia ecologica”?
Lettera 2 di Pietro Nerieri, Bologna, 14/3/07
Risparmio troppa energia, anche a me niente premio
Mi collego alla lettera del 13 marzo, sul risparmio energetico, dell’agricoltore biologico che denuncia il bluff del risparmio energetico, mi sollecita scrivere la mia esperienza, simile, ma da cittadino non agricoltore.
Da sempre attento ai problemi energetici ho deciso di dotarmi di un impianto fotovoltaico, da istallare sul tetto della casa, per la produzione di 1 kW. Il tecnico al quale mi sono rivolto mi ha però fatto presente che la corrente elettrica eventualmente prodotta in più rispetto a quella consumata non mi verrà riconosciuta. I miei consumi annui sono troppo bassi, così il recupero dei costi e la convenienza avverrà non prima di 10 anni di utilizzo. Quindi essermi dotato di lampadine a basso consumo, elettrodomestici in fascia A, resistere alla tentazione di istallare un impianto di condizionamento, mi mette in categoria a rischio, consumo troppo poco.
Ma non finisce quì: pare che la possibilità di porre in detrazione Irpef il 55 % del costo di installazione non valga per il fotovoltaico. Infatti il “vantaggio” di vendere all’Enel l’elettricità prodotta non può essere sommato al beneficio Irpef.
Mi domando se quel 20 % di produzione di energia da fonti rinnovabili dettata dalla UE possa essere raggiunto con una legislazione che invece di favorirlo lo contrasta.
Aggiornamento
Confronto tra vecchio e nuovo decreto di incentivazione del fotovoltaico di Terenzio Longobardi