Nubiani e dighe
Un testo recentemente apparso – una sorta di “voce dei bassifondi del Cairo” con toni “da complotto”, descrive le implicazioni segrete di un progetto idroelettrico reale tra Egitto, Sudan ed Etiopia. Queste si prefigurerebbero come una migrazione/colonizzazione del sud Egitto, da parte delle popolazioni del delta del Nilo, dovuto e causato dai cambiamenti climatici e dall’opera umana. Il post, prendendo spunto agli accordi pubblici tra i tre paesi, che comportano svariate dighe in Sudan ed Etiopia, presenta una fantapolitica possibile (certamente interessante) dei possibili sviluppi ambientali e demografici. Partendo dai dati tecnici su stoccaggio, evaporazione, etc. propri all’idrogeologia, Khalil Eisa l’autore, presenta una diversa filosofia di gestione del Nilo da parte di un gigantesco ATO, in cui i diversi associati difendono con i denti i diritti sull’acqua ed altro.
Nubiani & dighe
Ogni volta che si parla di Egitto si dice che è il paese chiamato da Erodoto “un dono del Nilo”. Un dono del Nilo, precedente al dono-Egitto è la Nubia. L’importanza ed i confini culturali della Nubia, considerati su 6000 anni di storia, e confermati da una lingua viva e parlata da Khartoum ad Aswan, costituiscono un patrimonio unico ed in gravissimo pericolo.
L’Egitto come noto riceve acqua dal Nilo. Il fiume è regolato da una serie di dighe, la più importante delle quali è situata ad Aswan, 400 km a nord della frontiera con il Sudan. La diga di Aswan attuale (un progetto russo del 1964) è posteriore alla diga inglese della fine dell’800, che con i 3 successivi innalzamenti produsse la graduale scomparsa dei villaggi nubiani di etnia Kenuz e Fa’aditcha fino alla regione di Kasr Ibrim (dov’è stata rinvenuta una Bibbia Copta di grande valore).
La grande diga degli anni ’60 distrusse totalmente la Nubia egiziana con il Lago Nasser, bacino artificiale spinto per 150 km fin dentro il Sudan (oltre Wadi Halfa) in nome dello sviluppo, dell’irrigazione, dell’energia elettrica, della chimica. Il progetto dell’Aswan High Dam ha comportato lo sfollamento, per progressivo allagamento, della popolazione della Nubia Egiziana su un arco di quasi 100 anni, visto che il primo progetto è del 1889, e riassume tutte le lezioni più importanti in materia di energia, ambiente, cultura, sviluppo e cicli di vita.
Le dighe con bacini di accumulo sono sempre una devastazione, al contrario dei progetti a filo d’acqua, limitati nella dimensione e con una potenza elettrica adatta per le città e non le industrie energivore e megalopoli. I mega progetti idroelettrici con bacino di accumulo, invece, sono sempre motivati da quello sviluppo miope, che crea sottosviluppo poiché si impone dei paraocchi temporali. Come attendere altro da progetti sponsorizzati da persone con interessi personali nel breve periodo?
L’energia genera una visione dello sviluppo che “deve” essere “grande”. Entrano i capitali, l’orizzonte necessita contorni chiari e comunque quantificabili. Ma la passione per la produzione di energia è luce negli occhi dei politici sotto lo charme degli ingegneri. E gli occhi brillano, mentre le menti pensano alla grande crescita della fiducia nella crescita. Si mentono. Alcuni lo capiscono dopo.
La popolazione Nubiana di Egitto e Sudan appare in ulteriore pericolo a causa dei nuovi problemi che stanno imponendo all’Egitto una serie di decisioni ed accordi per una diversa gestione delle acque del Nilo. La diga di Aswan, pur permettendo una gestione pluriennale dell’acqua ed assicurando la produzione di 2 gigawatts soffre di molteplici e gravi inconvenienti.
Il primo problema è che il limo per fertilizzare e costruire naturalmente è rimasto dietro la diga a riempire l’invaso delle turbine, oltre al quel minore problema di dover spostare oltre 100.000 nubiani per 400/500 km lungo il Nilo a monte della diga!
Il secondo, il terzo ed il quarto problema arrivano “a cascata“, attenzione! L’assenza del limo e degli altri sedimenti per oltre 40 anni, unita ad un uso intensivo, hanno aumentato la salinità nei terreni (spesso iper-sfruttati ed irrigati per produrre stupidamente riso), inoltre il delta, la regione più popolosa d’Egitto, arretra ogni anno di una qualche decina di metri.
Tuttavia, in parte mancano sedimenti del fiume, ma si teme il riscaldamento globale..e, in loco il Mare Nostrum “in rialzo”. Sembra che lo stillicidio sofferto dai Nubiani con i progetti idroelettrici, possa ripetersi a valle, con il mare che toglie la terra da sotto i piedi dei Fellahin del Nord. Un triste contrappasso, ricordando come fu il fiume a togliere la terra ai Nubiani al tempo dell’inondazione. La mancanza di limo contribuisce all’erosione del delta: il fertile limo nilotico rimane sui fondali allagati della Nubia scomparsa. Tale mancanza ha motivato l’industria per la produzione del fertilizzante industriale, la cui sintesi è a base di idrogeno ed ammoniaca, mentre la produzione complessiva consuma elettricità della diga, acqua, aria e gas naturale.
L’acqua, il limo, la Nubia e la diga. Ora entrano il cambiamento del clima, le acque, il grano ed il pane, il petrolio, l’Islam ed anche il Sudan. Serve l’aiuto di un liuto per tutto questo. L’articolo che segue parla delle motivazioni economiche di una diversa gestione delle acque del Nilo. Lo stoccaggio a monte, in Sudan e, soprattutto in Etiopia, permetterebbe di ovviare alle grandi perdite di evaporazione cui soffre il Lago Nasser (nel post considerate soprattutto dal punto di vista economico).
Il progetto sembra implicare il parziale svuotamento del lago artificiale, il che renderebbe disponibili gran parte delle terre della Nubia d’origine, che, un giorno emerse, si suppone siano ricoperte dal limo durante oltre 40 anni. unito, al progetto del canale di Toshka, sembra suggerire una riallocazione della popolazione nelle aree del Sud. Questa prospettiva evoca immagini di tipo biblico, cui il paese dei faraoni, per storia e – più drammaticamente – per il suo incerto presente, appare come uno scenario che ai giorni nostri, caratterizzati da drammatici fenomeni di massa, impone considerazione preferenziale ai massimi livelli. Appare, infine ed ad incipit, ancora e “da sempre”, una questione al vertice del paese di Mubarack. Ed è una domanda per la comunità internazionale: in tutto ciò i Nubiani riavranno la loro terra? Fertile od arida, ma con aman, http://www.nubian-forum.com/vb/showthread.php?t=4853
Articolo sulla diga di Kajbar da The Independent.
Un appello per salvare la Nubia del Sudan, da thenubian.net…un sito..e le vittime delle proteste!
Un dossier sul business cinese in Sudan (pdf 58 pag) Investing in a tragedy, vedi pag 18.
AGGIORNAMENTO
In nubiano acqua si dice amen e mamma si dice yoyo. Vedi un video di Hamza e ascolta Azza di Fikry.