Partito
Foto | Branislav
Vincenzo Cerami, in Partito delinea, credo bene, le opzioni del PD, con visione realistica delle passioni politiche e tradimenti dei militanti. Il pensiero dell’elettore è stretto in una dialettica complessa ed asfittica tra allargamento del consenso e ricerca di ideali identitari; con i rispettivi rischi di annacquamento/buonista/trasformista e fossilizzazione ideologico-nostalgica.
Vediamola l’Italia, frantumata geograficamente e tra classi e settori socio-economici, al fine di incarnare ragioni e forze vitali e di cambiamento – essere sinistra – o morire. Cerami lo dice descrivendo le dinamiche dubbie che hanno caratterizzato la fragilità della sinistra in Italia negli ultimi anni. Le strategie (poco strategiche), ad esempio dice:
Oggi daremmo oltremodo ragione a chi ha detto che se si vogliono mantenere le proprie opinioni bisogna cambiare spesso partito.
Ma ha ragione anche chi pensa che, per partito preso, si può restare sempre nello stesso partito, purché questo cambi spesso opinioni.
e continua,
Così, nel viavai di chi entra e di chi esce, si può continuare a difendere lo spirito di fedeltà alla bandiera e di appartenenza a una famiglia. Si può continuare ad affermare che è un traditore colui che lascia il nostro partito per entrare in un altro, e che è invece un convertito colui che lascia un altro partito per entrare nel nostro.
Nei partiti moderni succede che gli iscritti hanno tutti la stessa opinione di chi comanda, oppure tutti hanno un’opinione personale, ma non comanda nessuno.
Questo fenomeno trasformistico mi fa direttamente pensare all’inseguimento dell’elettorato, generalizzando programma e producendo vaghe dichiarazioni. Un fenomeno comune a molti autorevoli esponenti politici. Esiste in politica, da circa 20 anni, una fallimentare (non) strategia adottata da ambiziosi di ogni orientamento fatta di pura gestione del potere tramite eterna questua di consenso. Senza nessuna idea, nessuna visione.
E’ tutta fatta di assunzioni di comunicatori, di giri di consulenti, ghost-writers ecc. Il fine di questa trasversale classe politica è restare al palazzo, moderare, allargare, chiamarsi “riformisti”.
Nel caso della sinistra, rendere riformista il PCI prima, il PDS, i DS e il PD ora. Si è così prodotto un amalgama mal riuscito di social-democratici molto democristianizzati senza quasi nulla di nuovo. Senz’altro nulla per i figli di entrambi.
Nonostante i tentativi di includere settori diversi, le esperienze sia di Veltroni che di Rutelli alla guida della Capitale, hanno dimostrato la debole spinta innovativa o riformatrice a Roma.
Il “buonismo”, il riformismo, la dichiarata ricerca di consenso ai talk show, hanno prodotto l’immagine di uomini politici e politiche molto “convenzionali”. Dubbiosamente attente ai settori forti, quando si scende nella pratica politica ed al livello della pubblica amministrazione.
Voglio andare dalla Bolognina al Caso Marrazzo. Allora, nell’89 non c’era da “fare pippa” perché cadeva il muro di Berlino. Crollava il muro? Embé? Tutti contenti. Si doveva spiegare l’Ungheria e i dissidenti del PCI e dire a voce alta. che dal 1968, con l’invasione della Cecoslovacchia, il PCI aveva preso le distanze dal PCUS. Parlare dell’attentato a Berlinguer del 1973 e dello strappo del 1976. Sembra tardi? Guarda caso tutti a rimproverare la sinistra di “lentezza”…
Ricordare: il PCI non ha mai voluto collettivizzare nulla, si credeva nell’intervento pubblico nell’economia. Diritti sindacali e servizi pubblici. Poi vediamola l’economia “sociale” italiana…ENI, ENEL, FINMECCANICA, strane creature? Sono – economicamente – l’Italia del XXI secolo.
Parliamo del disastro economico oltre che sociale ed umano del fascismo. Non vale il mantenimento della menzogna delle bonifiche e delle ricchezze prodotte dal ventennio. Era stato un periodo “a buffo”. Poi si è dovuti andare in guerra per ripagare i debiti usare le armi e la carne da cannone. Cinecittà neocostruita ha fornito esempio di scuola di propaganda.
I partigiani in bicicletta. 2000 fabbriche italiane di bici.
Il romantico tram. Spazzato via dai camion dei fasci. (vedi Avanti c’è posto)
Domanda: Come ha fatto B. a tenere insieme Lega e AN nel nome dell’unico collante conservatore comune: la paura degli immigrati.
Urlo
io dico: tra Lega, ex-An e tutto il patriottico cantare L’inno di Mameli ogni domenica, ma ce n’è uno che si ricorda di cosa è stato l’assedio di Roma, quando venne composto? La repubblica dei briganti!
Ora, per fortuna, i nodi della divergente visione dell’Italia vengono al pettine e la minaccia di tenere i soldi del nord al nord fa saltare tutto. Infatti, salta l’Italia, dove il Sud (d’Italia e del mondo) ha dato la manodopera, ma anche le discariche per tutta quella ricchezza prodotta “sù”…
Il federalismo è un po feudalesimo regionale per i soldi pubblici.
In Politica economica, un punto essenziale, dovrebbe sempre essere tenuto presente, specialmente dai uomini del maggior partito di sinistra. Difendere il lavoro vuol dire difendere il sistema produttivo che è fatto di imprenditori e dei loro capitali.
Passa per la logica degli imprenditori. ci passa. Li si vuole chiamare “padroni”? Bene, ma bisogna sapere che le loro aziende sono destinate a sparire. E gli operai che impiegano, e che si vogliono difendere, quasi sempre, non votano. Sono stranieri, illegali, marginali.
La politica a favore del lavoro, per non essere retorica, deve dire da dove si prendono i soldi. L’Italia è paese dove molti padroni sono diventati imprenditori, l’economia dalla micro, piccola e media impresa. Non sono padroni-sfuttatori! (Per i partiti comunisti)
Ma oggi le piccole e medie imprese sono angosciate in egual misura dalla concorrenza cinese (esterna) e dal fisco (interno).
Cose di sinistra
Fiscalità. Smantellare il maremagnum delle partite IVA, ultrata(rta)ssate. Incrociare i dati delle dichiarazioni dei redditi con i consumi di beni durevoli (auto, barche ecc.). Pagamento elettronico per qualunque transazione sopra i 100€.
Diritti. Inserire il reato di tortura nel codice penale. Depenalizzare il consumo di droghe leggere. Moltiplicare gli ispettori del lavoro per legalizzare i cantieri italiani. Realizzare la copertura a banda larga del paese. Far pagare l’ICI alla Chiesa per le proprietà non destinate a culto.
Mobilità. Moltiplicare la segnaletica stradale orizzontale al fine di delimitare le strade in corsie per aumentare la sicurezza (vedi 1 metro di spazio vitale). Limitare a 40km l’ora il limite di velocità nei centri storici. Realizzare dossi, aree pedonali e zone con circolazione limitata a 30 kmh. Realizzare nelle 12 grandi aree urbane del paese una rete ciclabile capillare, che raggiunga scuole, ospedali, uffici pubblici, collegata con la rete del TPL. Destinare al ferro le risorse oggi a favore dell’autotrasporto.
Energia. Realizzare l’ammodernamento della rete elettrica (la smart grid) per aumentare decisamente la quota di energia rinnovabile ed autoprodotta (vedi Elio resiste). Sviluppare la geotermia dove esistente. No al nucleare: non c’è tempo.
Ambiente. Realizzare la mappa idrogeologica del paese. Messa in sicurezza (sismica) delle scuole italiane. Facoltà di chiusura dei centri urbani quando l’inquinamento è superiore ai limiti di legge. Rilevatori di PM sotto al micron per monitoraggio stretto inquinamento città e fabbriche.
Inni
Ci sarà bisogno di falci e di affilatori di falci. Ci sarà bisogno di martelli e di saldatori di pezzi di metallo. La stella la fa il Sole (Benedetto, riconosci Ipazia e Giordano)
…e speriamo di essere connessi a internet senza troppo casino!!
PS
Qualcuno spieghi bene che lo Stato non ruba sulla benzina.
e un’altro si prenda la briga di spiegare che la società e l’uomo pensati da Julius Evola non sono realizzabili per comunità superiori ai 1000 individui.