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PozzObuco

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Breve discussione semiseria in 3 scenari per il periodo 2007 – 2017

Rispettiamo l’acqua, necessaria vita, le acque dolci sotterranee ed i fiumi e le cascate. Onore alle acque vive, catalizzatrici dell’energia dell’homo prometeicus di ogni epoca. Fino al mare, confine dell’animo umano e dei suoi desideri, proteggiamole!

1) Business as usual promenade (BAUP) – No oil peak, no al Protocollo di Kyoto per Stati Uniti e Cina Non è così male. La tenuta del sistema di distribuzione dei carburanti, coadiuvato dal sistema mediatico pro-auto, tenta di ritardare la riduzione del consumo di prodotti petroliferi e delle associate emissioni, ma non potrà frenare il progressivo ritiro delle auto dai centri urbani.

La circolazione motorizzata sarà progressivamente ridotta da limiti di efficienza sempre più stringenti (legati alle emissioni globali, in grammi di CO2/km) che, pur separatamente stabiliti da singoli stati e municipalità, produrranno comunque una profonda mutazione dell’industria dell’automobile e petrolifera.

Un cambiamento diffuso nel comportamento delle genti, operante sia al livello dei consumi che dei trasporti, causato dell’aumento del costo della mobilità di uomini e merci, potrebbe trovare ulteriore motivazione qualora il settore pubblico risulti pavido nell’affrontare i drammi locali dei cambiamenti climatici con una azione globale. Cura del ferro, ciclabilità e gestione integrata dei rifiuti faranno la differenza dell’azione politica dei singoli stati. Da oggi al 2015-2020, anche in assenza di scarsità di petrolio e di politiche di contenimento delle emissioni ad effetto serra, un cambiamento sociale, economico e politico di tipo localistico, potrebbe venire alimentato dalla diffusione della percezione di una “distanza dello stato” sul tema dell’energia. Da questo disagio e dalle associabili spinte centrifughe, gli stati nazionali saranno indotti, con crescente urgenza, ad adottare politiche chiare, razionali e risolutive per il settore dell’energia. Risolutive e non “definitive”, nel trasferire dai fossili all’elettrico rinnovabile la maggior parte della voce trasporti.

Gli aumenti di efficienza e le azioni di risparmio, infatti, conterranno sinergicamente la crescita dei consumi già di tipo elettrico. L’ammodernamento della rete, necessario per la generazione elettrica distribuita (eolico, fotovoltaico, biomasse), che alimenterà una parte via via crescente dei trasporti, la diffusione di stazioni di ricarica, dell’industria di batterie e motori elettrici, andranno di pari passo con politiche (e politici) dal sapore sia libertario che dirigista. Basti pensare alla leva fiscale della Carbon tax, al necessario intervento pubblico, di matrice keynesiana, per ferrovie e trasporti fluviali, o alla fondamentale apertura effettiva del mercato elettrico per i piccoli produttori da fotovoltaico (vedi Elio resiste e Borsa solare).

Sarà infine importante cogliere e guidare il processo di trasformazione della rete elettrica, che con la diffusione dell’energia eolica potrà avere sia nuovi vincoli che opportunità. Tra i primi la maggiore variabilità e la conseguente discontinuità di fornitura per consumatori idonei a tariffa ridotta; per le seconde, ricordiamo che una quota crescente di trasporto richiederà elettricità direttamente ed indirettamente con l’idrogeno; potrebbe quindi essere utile saper valutare la convenienza e rivendere l’elettricità in rete (dipenderà dalla rete) oppure produrre idrogeno (dipenderà dalle celle a combustibile, vedi alla fine). L’Europa continua la promenade…

2) Climate change march (CCM) – No oil peak, yes to Kyoto commitment.

Nel caso in cui la prossima amministrazione statunitense decidesse in favore della ratifica del Protocollo di Kyoto e non si creasse penuria di petrolio, l’umanità potrebbe assistere ad un fenomeno inedito: una mobilizzazione mondiale per la ristrutturazione dell’economia sia per ridurre l’effetto serra, che per prepararsi al picco del petrolio futuro.

Tra i cambiamenti necessari, il più globale riguarda le Nazioni Unite. Un Onu riformato, snello e presente sul territorio è il logico protagonista di questa duplice campagna. Le spinte centrifughe discusse sopra si ridurrebbero in frequenza ed intensità. La nuova consapevolezza ambientale produrrà una disciplina di comportamento etico-ecologico profonda, che troverà veicolo di diffusione tra le popolazioni dei paesi in via di sviluppo attraverso la rete internet. In sede europea, si proseguirà decisamente con le negoziazioni su tempi e modalità degli standard di efficienza dei veicoli tra EU e ACEA.

Dei veicoli urbani leggeri a trazione elettrica faranno il loro ingresso nel mercato. I veicoli elettrici puri, a meno di una rivoluzione nella scienza delle batterie saranno confinati a spostamenti di vicinato e di carico ridotto. Le auto ibride, nei loro vari gradi di ibridizzazione (trazione elettrica e a scoppio) potranno costituire certamente la soluzione adatta per Taxi, e camion di carico inferiore a 3 tonnellate.

Un petrolio non scarso, ma solo “caro”, implica per il decennio 2007-2017 un “plateau” del livello attuale di produzione. L’accresciuta competizione per risorse fisse, se non decrescenti produrrà comunque dei cambiamenti economici e sociali profondi, a causa degli alti costi di mobilità ed energia nelle “zone povere” del mondo. Assisteremo inevitabilmente ad una fase di instabilità, in cui la crescente scarsità, dovuta al permanere della dipendenza dei motori a scoppio dai carburanti liquidi (fossili o bio) creerà in ogni caso una domanda per biocarburanti, idrogeno ed elettricità.

Dal punto di vista tecnologico, considerati i vantaggi di efficienza dei sistemi di trazione a fuel cell già disponibili, è logico prevedere un interesse crescente a produrre idrogeno, poiché utile alla propulsione elettrica di veicoli di qualsiasi taglia e carico per operatori pronti a pagare il differenziale di prezzo dell’idrogeno rinnovabile. Anche senza condizioni di scarsità, nel tempo, il costo del carburante comunque aumenterà.

I biofuels saranno facile terreno per l’economia del contrabbando e, in caso di scarsità, di borsa nera. Una frammentazione dell’integrità statale è tra gli elementi essenziali da monitorare nel caso di, pur temporanea, penuria di carburanti o di energia elettrica. La progressiva rarefazione di benzina e diesel provocherà scontento riguardo all’ingerenza pubblica, per cui sarà importante ribadire nelle sedi politiche il ruolo benefico del settore pubblico nella distribuzione dei carburanti che, per essere ben gestita, necessita di un controllo statale più capillare in futuro.

3) La raccolta del sale. Si oil peak, si al Protocollo di Kyoto per US e Cina (tanto è ormai uguale).

Nel caso in cui la produzione di petrolio diminuisca cambia tutto: panta rei sia! La parola a Richard Heinberg (Telegraph):

Per toccare al cuore della crisi (dell’agricoltura mondiale, NdT) è necessaria una trasformazione totale, più profonda di quanto visto fino ad ora, che sfoci in un sistema indipendente dai combustibili fossili. Cuba è un esempio di quanto può essere fatto. Negli anni 80 era divenuta dipendente dai combustibili a basso costo forniti dalla Russia ed usava più prodotti chimici degli Stati Uniti. Ma dopo la caduta del Comunismo, le fonti si prosciugarono. Il Cubano medio perse 20 libbre (9kg), gli standard di vita crollarono e si diffuse la malnutrizione. Le autorità Cubane risposero ridisegnando il sistema di produzione alimentare. Le grandi fattorie statali furono divise e date a famiglie incoraggiate ad aggregarsi in cooperative, metodi biologici vennero introdotti per combattere i parassiti, i buoi rimpiazzarono i trattori, degli orti urbani fiorirono e la popolazione iniziò ad allevare polli e conigli per nutrirsi.

Venti anni dopo la produzione alimentare era al 90 per cento del livello precedente. E’ necessario un ritorno a metodi agricoli ecologici ed organici che richiederanno la trasformazione delle società e, con l’esaurimento delle fonti petrolifere, tutte le risorse dei governi nazionali saranno necessarie per riuscirci. La quantità di cibo che viene trasportata dovrà essere ridotta, il cibo dovrà essere prodotto dentro ed attorno alle città; produttori e consumatori avranno bisogno di vivere più vicini. L’uso dei pesticidi dovrà essere ridotto nella lavorazione e nell’imballaggio, animali da tiro verranno reintrodotti ed i governi dovranno fornire incentivi per far tornare la popolazione ad una vita agricola. Delle riforme agrarie saranno necessarie per aiutare i piccoli proprietari e le cooperative a lavorare le loro parcelle. La crescita della popolazione dovrà essere stoppata. […]

La transizione verso un sistema senza cibo-da-petrolio non è una proposta utopica e lontana. E’ invece una inevitabile, immediata ed immensa sfida, che richiederà dei livelli ineguagliati di creatività a tutti i livelli della società. Tra cento anni tutti mangeremo quello che oggi chiamiamo cibo organico, che agiamo oppure no. Ma ciò che faremo adesso determinerà quanti mangeranno, di che stato di salute godranno le prossime generazioni e se si troveranno un mondo-discarica e rovinato, oppure in uno che è in fase di rinnovamento e rinascita.”

Quindi?

1 Localizing

Un antico canovaccio calca nuovamente il palco della storia: lo stato, la gente ed i ricchi. Sembra ardito, ma la crisi (e ridotta mobilità che ne consegue) riporta con sé un controllo sociale (fino al conto in banca altrui) di matrice arcaica, che cambia profondamente il territorio. Una ripresa dei rapporti di vicinato e nuove forme di economia locale saranno, secondo necessità, dighe e fari della bioeconomia a fronte delle maree del consumismo create dalle multinazionali; anche queste ultime con l’acqua alla gola, poiché il processo di rilocalizzazione già incorpora istanze socialiste ed egualitarie.

Il massiccio spostamento verso processi produttivi ad alta intensità di lavoro, a causa del costo dell’energia, riconduce ad una dimensione artigiana gran parte della produzione. Tuttavia, tali novità saranno tardivamente incorporate nelle funzioni di produzione presenti nelle riviste accademiche.

2 La globalizzazione si assottiglia, di molto

La domanda ed il mercato richiederanno beni riparabili (e non sostituibili) ed artigiani per le riparazioni. La teoria economica, confrontata alla scarsità di petrolio, volgerà rapidamente l’analisi sui meccanismi implosivi dei mercati finanziari, trovando, inevitabilmente ed abilmente, l’icona di Hotelling con una grattuggiata di Malthus. Stretta tra la scienza fondamentale e la techne del web (vedi Instructables ed Appropedia) la chiesa degli economisti-consulenti, produrrà ogni tipologia caratteriale della commedia greca. Le invocazioni dei muezzin del libero mercato In nomine bene dei consumatori troveranno certamente diffusione dai campanili delle cattedrali della divulgazione del pensiero. Quello che arriva direttamente sui tavoli dei ministri.

3 Verso il mare

I canti dalle campagne divampano come i fuochi attorno cui si levano.

Il padrone non può più sfruttare l’ignoranza perché l’asino meccanico si è rotto (sia l’asino che girava alla macina che quello che trottava sulla strada).

Ed il cocchiere si è licenziato, riprendendosi la bestia!

Mi chiedo: quando il litro di carburante, o un trasporto di 10 km con un veicolo, superano il costo di un kg di pane oppure raggiungono il 20-30% del salario orario, potremo dichiarare la fine dell’energia a buon mercato?

Ed il denaro, che allora potremo nuovamente chiamare capitale, se non trasferisce più all’automazione le fasi cruciali del processo di effettiva creazione del plusvalore, cosa varrà? Il cambiamento che si annuncia nella catena del plusvalore, riguarda in egual misura sia le fabbriche che la logistica.

Scompaiono gli eserciti…così come l’asfalto…

Post-logue

Sarebbe dovuta essere una corsa, non ce l’ho fatta. Forse i diversi scenari non sono alternativi e potranno invece prodursi come un succedersi di fasi storiche.

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Appendice Fuel cell

Da dove verrà il platino?

Il platino, al momento l’unico catalizzatore della reazione

idrogeno + ossigeno = acqua + elettricità

alla temperatura ambiente, diviene non solo prezioso, ma strategico.

Al fine di commercializzare le celle a combustibile, il platino-catalizzatore contenuto nelle fuel cell non viene venduto, ma temporaneamente ceduto al cittadino. A questo modo si mantiene un controllo (pubblico? privato?) sui motori.

Da dove verrà l’idrogeno

L’industria petrolifera ha oggi un bisogno crescente di idrogeno (da reforming del gas naturale) per eliminare lo zolfo. Oggi è certamente possibile produrre idrogeno per 4€/kg, applicando la tecnologia delle raffinerie alle stazioni di rifornimento, per realizzare una rete di stazioni ad idrogeno per i trasporti. 1 kg di idrogeno equivale ad 1 gallone di benzina, 3,6 litri, che valutati in termini di chilometri percorsi sono (almeno) raddoppiati, a causa della superiore efficienza dal serbatoio alle ruote delle celle a combustibile.Infine alcuni parametri per la produzione di idrogeno:

  • Con 80kW di fotovoltaico si alimentano 40 case oppure 14 auto a fuel cell.
  • Una stazione di idrogeno da 100 kg/giorno equivale a 5 SUV odierni, 10 ibridi a benzina oppure 20 auto a fuel cell ad idrogeno.
  • Un compressore per idrogeno a 432 bar consuma 3 kWh/kg di idrogeno.

Abbiamo sempre bisogno di qualche cosa: questo è l’orrore. Francoise Sagan

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