Sciamachy, il diagnosticatore del Pianeta Malato
L’ottimo Professor Echos ci segnala la pubblicazione dei risultati dell’Università di Brema che lavorano sul progetto Sciamachy (Scanning Imaging Absorption Spectrometer for Atmospheric Chartography).
SCIAMACHY è uno spettrometro di formazione immagini, montato a bordo del satellite Envisat dell’ESA, per il monitoraggio delle causae dell’effetto serra. Il suo obiettivo è misurare i di gas serra nelle fascie troposferiche e stratosferiche.
Dal rapporto, disponibile qui, risulta che durante il biennio di misurazioni 2003-2005, il principale aumento riguarda il metano, un gas ad effetto serra 20 volte superiore alla CO2.
Il monossido di carbonio nel mondo.
Lo strumento funziona misurando la luce solare, trasmessa, riflessa e dispersa dall’atmosfera terrestre o dalla superficie nella regione dell’ultravioletto, della radiazione visibile e in quella prossima agli infrarossi.
Dalle immagini si percepisce immediatamente quale sia l’impatto delle attività umane sulla qualità dell’aria, poiché l’alta risoluzione di SCIAMACHY permette di catturare immagini del globo che individuno singole sorgenti cittadine.
Dalla mappe si rilevano elevate distribuzioni verticali di diossido di azoto in corrispondenza delle principali città del Nord America e dell’Europa, Città del Messico, le centrali a carbone del Sud Africa; mentre in Cina nordorientale, nell’Asia sudorientale e su gran parte dell’Africa si nota la presenza di diossido di azoto prodotto dalla combustione di biomasse.
In alcune ubicazioni sono visibili le colonne di fumo delle navi, fonti di una grande quantità di NO2 nella troposfera: Mar Rosso, Oceano Indiano e tra l’estremità meridionale dell’India e l’Indonesia.
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