Un pensiero ai contadini e al contadino Ste (Che la voglia di terra ci contagi)
IL SUOLO necessita attenzione,
il suolo è la soluzione.
Il progresso e la relativa fede,
sono sempre stati motivo di speranza per il futuro.
Infatti, oggi, la scienza riscopre le piccole cose:
la terra fina, la spezia dei suoli,
Tenera argilla, così calda,
fai la terra,
e leghi i granelli,
di sabbia vitale.
La fertilizzazione della fauna del suolo
La fauna del suolo è indispensabile per aerare e rimescolare i suoli, per triturare la materia organica e per eliminare le radici morte dalle colture. Per essere durevole, un’agricoltura deve quindi fertilizzare le tre faune del suolo. Per fertilizzare la fauna epigea, quella che vive alla superficie del suolo aerandolo con le gallerie e triturando la materia organica, l’agricoltore deve nutrirla. A tale scopo utilizzerà il compost in cumulo o quello in superficie con la semina diretta. Un cumulo ben fatto di compost deve contenere più di 2 milioni di animali epigei per tonnellata. Una volta sparso sul suolo, gli fornirà milioni di animali aeratori. Nella tecnica della semina diretta, lasciare le paglie in superficie permette la moltiplicazione della fauna epigea. Il suolo diviene soffice e ben aerato. Mentre un limo arato gela alla prima pioggia, lo stesso limo in semina diretta permetterà che la pioggia si infiltri rapidamente. D’inverno, questo fatto avrà conseguenze importanti per le colture, in quanto un suolo biologicamente morto gela, mentre un suolo vivo non gela mai. Quest’ultimo, infatti, non si ingorga mai di acqua per la buona permeabilità, mentre un suolo morto, ingorgato, gelerà durante il giorno. E’ l’acqua infatti a gelare, non il suolo.
Occorrerà anche fertilizzare la fauna endogena, che nutre le radici. A tale scopo, l’agricoltore praticherà la semina diretta delle piante di copertura e sceglierà specie a radicamento profondo e denso, come i cereali, per fornire lungo tutto il corso dell’anno alla fauna endogena un nutrimento abbondante sotto forma di radici morte. Eviterà la successione di colture a debole radicamento, come la rotazione delle barbabietole, patate, fagiolini, cipolle, in quanto queste piante lasciano pochissime radici e quindi non mantengono la fauna endogena. Non lasciando mai il suolo a nudo grazie alle piante intercalari, il contadino assicurerà una forte aerazione del sottosuolo via le gallerie della fauna endogena.
Occorrerà anche nutrire i lombrichi, la fauna anesica, ragion per cui si praticherà il compostaggio in cumulo o in superficie, come per la fauna epigea. Con le loro grosse gallerie verticali, i lombrichi metteranno in rapporto l’aerazione di superficie con quella profonda.
Brano da Il suolo, un patrimonio da salvare, Claude et Lydia Bourguignon, Slow Food Ed. (2004).
Foto | Alexandra Baltog