L’attivismo del Sindaco di Roma è fonte di continua ispirazione.
In questi torridi giorni di fine agosto constatiamo il passaggio dalle forme retoriche all’economia keynesiana (stimolo della domanda con intervento del settore pubblico) che, tuttavia, mal applicata rischia di sconfinare nella mitologia (Mito di Sisifo).
Vediamo.
Avevamo constatato in precedenza il gusto per l’ossimoro della Giunta Capitolina nel caso dei parcheggi (“Roma riparte”) e degli alberi tagliati (“Roma rinasce”).
Ora, dopo il caso delle multe condonate, esempio di (1) spreco dei soldi dei contribuenti ai vigili che le hanno fatte le multe e (2) ingiustizia per chi le ha pagate, il Sindaco ritiene di rilanciare l’occupazione raddoppiando i finanziamenti per le affissioni.
Una prima squadra affigge dei manifesti che parlano del bilancio comunale, mentre la seconda le copre in quanto abusive.
E’ un po come riparare le strade per permettere a più auto di correre in modo da rompere l’asfalto più in fretta…
…multare le bici, fermare le piste ciclabili e fare i centri commerciali e costosissimi parcheggi interrati…o, al livello del Governo centrale…
…non sciogliere il Comune di Fondi, per aprire il Vaso di Pandora del M.O.F. e andare, invece, con elicotteri alla ricerca delle piantine coltivate in terrazzo.
Sia ben chiaro, il lavoro va rispettato, ma il rispetto deve valere per tutti.
Anche per me che vado in bici su strade pericolose. Pericolose perché invase da auto in doppia fila, poche piste ciclabili rotte e invase da auto, incroci con visibilità coperta da auto e cassonetti ecc.
Invece di affiggere manifesti, raccogliere carta, plastica di bottigliette e permettere qualsiasi scarico di voluminosi rifiuti di cantieri ed attività commerciali nei cassonetti, si faccia una campagna per la raccolta porta a porta dell’umido, aprendo dei compost di quartiere nei parchi.
Ci si eviterebbero molti rumorosissimi camion in piena notte e si libererebbero strade e piazze dagli onnipresenti cassonetti che tolgono la visuale a TUTTI gli incroci de ‘sta città.