Le case automobilistiche devono ridurre le emissioni di CO2 delle auto vendute (fino a 130 grami di CO2/km nella media ponderata dei modelli venduti) entro il 2015.
Transport & Environment da 20 anni monitora i progressi fatti, denunciando i ritardi e le pressioni dell’industria nell’adempimento di tali obblighi.
Da How clean are europe’s Cars? ecco le emissioni di CO2 per casa automobilistica e le riduzioni rispetto al 2008.
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Meglio avere delle idee buone che averne molte. John Galworthy
Quanto è verde la mia/tua città?
Domanda utile, cui non è semplice rispondere. In Italia ci pensa Ecosistema Urbano (de Il Sole 24Ore e Legambiente, vedi). Per le capitali d’Europa lo fa la Siemens molto bene con l’European Green City Index.
Rapporto (pag. 51) e presentazione (pag. 21).
Il rapporto produce un indicatore sintetico (unico numero) a partire da 30 statistiche appartenenti a 8 campi tematici (Acqua, CO2, trasporti ecc.)
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Ieri è stato un giorno importante non solo per il petrolio, ma anche per l’idrogeno: la Honda ha iniziato a consegnare le Clarity a Fuel Cell (vedi video) ai primi clienti. E’, a detta di molti, una rivoluzione: un veicolo elettrico a idrogeno esce dalla linea di produzione di una fabbrica, non da un laboratorio.
The power of hydrogen, da The engineer;
Auto a idrogeno: ancora tu, ma non dovevamo vederci tra trent’anni? da Greenreport
Honda rolls out fuel cell car, da Associated press
Le altre storie
L’Europa deve rigettare il disastroso patto Franco-tedesco sulla CO2 delle auto, l’appello di Transport & Environment
La grande rivoluzione dell’energia, Lester Brown a Roma, da QualeEnergia
Il ritorno di investimento di un’auto ibrida, da Ecogeek
New rationalism, La nuova logica imprenditoriale dettata dal costo del carburante, da Treehugger
I treni ad alta velocità stanno uccidendo gli aerei, da Autobloggreen
Secondo l’Agenzia internazionale per l’Energia (IEA), il dimezzamento delle emissioni di gas effetto serra entro il 2050 potrebbe costare 45 trilioni di dollari (45.000 miliardi); la spesa dovrebbe essere di 100/200 miliardi di dollari annui nel prossimo decennio, per salire a 1000/2000 miliardi dal 2030 in poi. Il rapporto, prodotto su richiesta dagli stati del G8, dall’agenzia parigina serve anche a determinare anche quali innovazioni tecnologiche siano necessarie per realizzare tale obiettivo.
Energy Technology Perspectives è stato commissionato 3 anni fa e quantifica in 25 centrali a gas e 35 a carbone cui applicare il sequestro del carbonio emesso (che arriverebbe a costare tra i 200 e 500$ la tonnellata), l’impegno annuale per il dimezzamento delle emissioni. Nel mondo, inoltre, si dovrebbero istallare circa 17.500 turbine eoliche e 32 centrali nucleari ogni anno.
Il direttore dell’Agenzia, Nobuo Tanaka, coerentemente con l’incipit del comunicato stampa – Ora o mai più – ha detto:
“Richiederemo l’adozione immediata di politiche per una transizione tecnologica senza precedenti”
Appare, dunque, sempre più evidente che la riduzione delle emissioni richiederà una rivoluzione energetica globale del modo di produrre ed usare l’energia. Il rapporto è stato presentato ai Ministri dell’Energia ad Aomori e servirà da base di discussione al prossimo vertice G8 di Hokkaido, il 7 luglio prossimo.
Via | IEA, Reuters
Foto | Fangars
Presentazione IEA (pdf 19 pag)
PARANOIE CHIMICHE
Una splendida arringa contro la mania della pulizia sterilizzatrice mediante prodotti chimici:
Negli anni ’80, gli spacciatori di robe chimiche si accorsero che le signore andavano in ufficio, non c’era più tempo per lucidare. Così, inventarono una nuova battaglia: quella contro i nemici dell’igiene. Battaglia che è giunta oggi a livelli parossistici: si disinfetta il bucato, il pavimento, si spruzzano disinfettanti persino sulle tende…Quando si disinfetta il bucato, si ha idea di quali bombe chimiche finiscano depositate (e non ben risciacquate!) su una camicina destinata alla pelle di un neonato? Sugli slip di una bambina? E poi ci meravigliamo che diventino tutti allergici, e gli diamo il cortisone…Per pulire casa bastano l’acido citrico, l’aceto, lo spirito e il bicarbonato. Nel bucato ci va metà dose, così viene ben sciacquata e non restano residui.
Pulizie. Più della biologia potè la chimica, da Crisis;
RISCALDAMENTO GLOBALE
I consigli dell’ONU per risparmiare energia in un libro (pag 202), da SG EnergyCrisis.
Voila! Il libro in versione intergale:
Kick the CO2 Habit: the UN Guide to Climate Neutrality. Alcuni esempi:
1 Utilizzare una sveglia a molla, invece di una elettrica: 48 grammi di CO2 al giorno
2 Asciugare i vestiti stendendoli su un filo piuttosto che in un asciuga biancheria: 2,3 kg a lavaggio.
3 Valigie leggere. Si stima che il mondo risparmierebbe 2 milioni di tonnellate l’anno se ogni compagnia aerea passeggeri tagliare il peso del bagaglio al di sotto di 20 kg e non si acquistassero merci al duty free.
4 Utilizzare spazzolini da denti non elettrici: 48 grammi al giorno.
5 Scaldare panini in un tostapane invece che nel forno per 15 minuti: 170 grammi di CO2 ogni volta.
6 Prendere un treno invece dell’auto per gli spostamenti quotidiani di 8 km: 1,7 kg di CO2 al giorno.
7 La famiglia britannica media potrebbe tagliare 2 tonnellate di CO2 l’anno con isolamento, riscaldamento e illuminazione più efficaci.
8 Ridurre il riscaldamento invernale di un paio di gradi fa risparmiare il 6 per cento in bolletta.
9 Evita le “ubriacature di carbonio”: un volo di andata e ritorno attraverso l’Atlantico è equivalente a girare un auto per un anno per ogni passeggero
MONNEZZA
C’è il settimo continente è l’immensa isola delle buste di plastica nell’oceano. Ora parte una zattera..di rifiuti, per una missione scientifica e considerare come fare per eliminarlo, da Blogeko.
Oggi 15 gennaio, nell’ambito del Festival delle Scienze di Roma (vedi programma) si è tenuta la lectio magistralis di John McNeill, professore di Storia mondiale, ambientale ed internazionale alla Georgetown University ed autore di “Qualcosa di nuovo sotto il sole”, edito da Einaudi.
McNeill ritiene che già 8000 anni fa i livelli di anidride carbonica iniziarono lentamente ad aumentare, contrariamente a quanto i modelli climatici basati sul precedente alternarsi di cicli glaciali ed interglaciali lasciassero prevedere, a causa del diffondersi dell’agricoltura e dell’allevamento nel Neolitico. In seguito, la diffusione della coltivazione del riso, circa 5000 anni fa, causò il rilascio di metano (un potente gas ad effetto serra, vedi), prodotto dalla decomposizione delle piante nell’acqua delle risaie, nell’atmosfera.
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Maxi multa al mondo dell’auto “Violazione dei limiti di CO2” ed il forum;
La 500 elettrica su TG Leonardo;
Piemonte, con il detersivo alla spina risparmiate 13,4 tonnellate di CO2;
Al Macchia Rossa, regali di Natale riciclati (Roma, Magliana);
Negli uffici italiani si consumano ogni anno 1,2 milioni di tonnellate di carta.
Henry Groppe: IEA to blame for $100 oil spike, l’esperto dice:
” l’IEA la responsabile per i prezzi attuali del petrolio. L’agenzia ha sbagliato a prevedere (set. 06) 1.8 milioni di barili al giorno in più dai paesi non-Opec nel 2007; l’Opec ha tagliato la produzione e gli altri hanno prodotto solo 0.5 Mbg.
Risultato: petrolio a 90$/barile.
Prezzo previsto: 65-85 $/bl fino al 2015.
PS Groppe non crede che l’Arabia Saudita sia vicina al picco: “the kingdom can maintain 8-9.5 mb/d for as long as two decades, and that it will also build a cushion of spare capacity. However he also believes global oil production will peak in 2008 because of steep declines elsewhere“.
Un aggiornamento sulle emissioni delle auto, appena uscito:
The king review of low-carbon cars
Part 1: the potential for CO2 reduction pdf (86 pag)
Foto: Kmareka
I costruttori auto, riuniti nel “tempio” del Salone Auto di Francoforte, inviano un messaggio forte e chiaro a dichiarano di accettare il principio di 120 grammi di CO2/km sulla totalità dei modelli venduti. Tuttavia, come previsto (ed annunciato), mettono dei “se” e dei “ma” di tipo strutturale…il comunicato infatti:
“richiama i governi dell’ UE ad adottare un approccio cost-effective integrato nei confronti di auto CO2, che risulterebbe vantaggi ambientali superiori oltre a salvaguardare investimenti ed impiego in Europa”.
I punti chiave sono l’innovazione tecnologica, i cambiamenti dell’infrastruttura (stradale?), degli stili guida più efficienti, la tassazione della CO2 (e non dei veicoli, NdR) e un uso più ampio dei biocarburanti.
L’industria necessita del TEMPO per prepararsi al rispetto degli standard legali UE, dovendo adattare i cicli lunghi di sviluppo e messa in produzione che la caratterizzano. “Un tempo di transizione sufficiente è indispensabile prima della (applicazione) della legislazione, questo è importante”.
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Foto: Eskaleh
Arriva ufficialmente la notizia: le auto non rispettano i parametri di riduzione delle emissioni. Sempre più pesanti, veloci, ferme nel traffico…
I tagli alle emissioni dei motori auto sono ridicoli, da EcoBlog
Car industry progress on climate grinds to a halt, da European Federation for Transport and Environment
Reducing CO2 Emissions from new cars (pdf)
No comment…anzi ricordo le “mani avanti” dell’industria in
oltre ai post del 27 febbraio, e del 13 dicembre 2006…
Approfondimenti
DaimlerChrysler ha introdotto la nuova Smart FourTwo cdi, un’auto da 30 km/litro e 88 grammi di CO2 al km. Il motore diesel da 799 cc produce 33 kW di potenza (45 cavalli) conseguendo, rispetto alla precedente versione, un’economia dei consumi del 13% ed un aumento di potenza del 10%.
Il motore è un’iniezione diretta tre cilindri common rail ad alta compressione con 6 iniettori di carburante che preriscaldano il cilindro con una iniezione pilota prima della principale. Il risultato è una combustione più fluida e meno rumorosa.
Fa da 0 a 100 in 20 secondi e arriva a 135 kmh. In Italia costa 11.450€.
Morale
Piccolo è bello (anche per la cilindrata).
Fonte: GreenCarCongress
Foto da fotocommunity
Volvo ha deciso di accelerare la presa di coscienza del grande pubblico in materia di ciclo di vita dei carburanti nei diversi sistemi di propulsione.
Alla pagina Alternative fuels and powertrains, l’azienda svedese propone un confronto tra 18 filiere con The CO2 Challenge.
I parametri saranno opinabili ma la semplicità è totale, cioé :
Quanti chilometri percorre un’auto per emettere 10 chili di CO2?
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Immagine da IPCC
La sintesi del 3 rapporto dell’IPCC quantifica in un investimento del 3% del prodotto interno lordo mondiale il budget minimo necessario per contenere le emissioni ad un livello sufficiente (compreso tra 445 e 535 ppm) che eviti una catastrofe climatica. Come ben nota Ecoalfabeta:
Se non si facesse nulla, la CO2 salirebbe assai di più […] fino a 710 ppm, circa 2 volte e mezzo il valore preindustriale, con conseguenze inimmaginabili per il clima […] 710 ppm potrebbero portare ad un aumento tra i 2,5 e i 6 gradi. Restare sotto le 500 ppm farebbe aumentare la temperatura tra 1 e 3 ˚C, il che non è comunque poco.
Il 3 % del PIL globale significa comunque GRANDI differenze nella ripartizione del carico secondo i paesi (vedi uno studio sulla metodologia di ripartizione del FEEM, initolato Equity Weighting and the Marginal Damage Costs of Climate Change)
Ma al di là di chi deve pagare quanto in termini geografici, il rapporto sottolinea che, dal punto di vista settoriale:
Transportation remains a tough problem, and is the least responsive relatively to different levels of carbon pricing of any of the sectors examined.
There are multiple mitigation options in the transport sector, but their effect may be counteracted by growth in the sector. Mitigation options are faced with many barriers, such as consumer preferences and lack of policy frameworks.
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Foto da Fotocommunity
Le emissioni di gas ad effetto serra (GHG) sono diminuite fra il 2004 e il 2005, secondo i dati preliminari del prossimo rapporto dell’European Environment Agency.
I contenuti del rapporto, intitolato: Annual European Community Greenhouse gas inventory 1990-2005 and inventory report 2007, sono stati presentati il 14 aprile all’United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) e costituiscono il contributo ufficiale della Comunità Europea. Il rapporto sarà presentato ufficialmente a metà giugno 2007.
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La Sueddeutsche annuncia che le autorità tedesche hanno iniziato la vendita di adesivi di certificazione per le auto, autobus e camion di diversi colori. Gli adesivi costano 6€ l’uno.
Tre sono le tipologie:
- Verde (Euro 4, 2005) – 0.025 g/km PM10
- Giallo (Euro 3, 2000) – 0.050 g/km PM10
- Rosso (Euro 2, 1996) – 0.080/0.100 g/km PM10.
Da notare che i veicoli Euro 1 (1992, 0.140 g/km PM10) non hanno diritto ad adesivi. Esistono invece piani per l’adesivo Euro5, in vigore dal 2009-2011 (0.005 g/km PM10)…
Lo scopo dichiarato è di facilitare la creazione di zone verdi da parte dei comuni tedeschi in cui i veicoli sprovvisti di adesivi saranno BANDITI. Delle eccezioni saranno tuttavia prese in considerazione per i veicoli d’epoca e per i numerosi veicoli a benzina con catalizzatore a tre vie di prima generazione, spesso di proprietà di pensionati, che non producono PM 10.
L’ADAC (l’ACI tedesco) considera inutile il provvedimento dichiarando che solo il 9% del PM 10 deriva dagli autoveicoli mentre i consiglieri scientifici del Bundestag ritengono che si tratti di oltre il 30%.
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