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Posts Tagged ‘homo economicus’

Gowdy sull’origine dell’homo economicus

3 Ottobre 2008 Nessun commento

Un testo di John Gowdy, Production theory and peak oil: collapse or sustainability? (pdf 11 pag) propone una identificazione e caratterizzazione delle dinamiche culturali e materiali alla base dell’homo oeconomicus.
Secondo Gowdy, tutte le culture sono guidate da miti che danno significato ed obiettivi alle vite di ciascuno. Condizionate come sono da vincoli sociali, biologici ed ecologici, i miti possono essere una forza propellente ed unificante al tempo stesso, che porta all’affermazione di una cultura, unificando, consolidando e canalizzando gli schemi di comportamento che portano le società ad affermarsi le une rispetto alle altre.
Gowdy cita Shalin, che riporta l’homo oeconomicus a due idee profondamente radicate nella cosmologia Occidentale. La prima è la nozione di peccato originale, l’idea che il genere umano sia condannato all’eterno tormento a causa dei loro insaziabili desideri carnali. La seconda è l’ordine naturale, l’idea che le azioni spontanee di agenti isolati tra loro, porteranno comunque a un equilibrio armonioso.

La manifestazione economica di tutto questo è che gli uomini sono improntati di una natura aggressiva e solitaria, ma che possono essere redenti dal libero mercato, il cui scopo teleologico è trasformare l’egoismo individuale in armonia sociale.

L’uomo economico è il peccatore ed il mercato la sua strada alla salvezza.

L’uomo economico nasce dal buon selvaggio dell’epoca Vittoriana e dallo stato di natura originario, nel quale gli esseri umani conducevano un’esistenza pura e libera dai vincoli sociali, scriveva Hobbes (1651, citato in Bowles 1998, p. 75)

Elettrosmog ed altre storie

9 Settembre 2008 Nessun commento

plitvice
Foto: Tobi…H.

Volevo assolutamente parlare dell’inquinamento elettromagnetico che, troppo lentamente studiato, si sta rivelando un serissimo danno per gli operai della natura (come le le api e i passerotti), Electronic smog ‘is disrupting nature on a massive scale, in cui si spiegano gli effetti indesiderati dei cellulari, del Wi-Fi ed altre fonti di elettrosmog.

L’articolo descrive il lavoro trentennale del Prof. Ulrich Warnke, in cui si trova conferma della perdita del nido per le api e del disorientamento degli uccelli migratori a causa delle antenne. Da approfondire, costantemente (le comunicazioni, con il trasporto aereo, sono tra i principali settori a rischio di decrescita forzata, drammatica e, forse, addirittura critica).

…ma…

2) L’Incipit di It’s just a phase, di Kurt Cobb merita:

– Alcuni ecologisti radicali (deep ecologists) hanno sostenuto che l’agricoltura sia un errore fondamentale dell’evoluzione umana e che abbia creato più problemi di quanti non ne abbia risolti.

– Un numero maggiore di persone ritiene che sia stata la scoperta dei combustibili fossili e il loro contributo alla rivoluzione industriale che abbiano condotto in un vicolo cieco la storia umana. Dopo tutto, la potenza dei carburanti fossili nelle mani degli uomini, ha permesso a questi di modificare l’ecosfera in profondità e le conseguenze non minacciano solamente il futuro umano, ma il futuro di ogni specie vivente del pianeta.

– Infine ci sono coloro, probabilmente in numero maggiore, i quali credono che abbiamo semplicemente fatto cattivo uso della nostra abilità tecnologica e che, incanalando tale intraprendenza verso una armonizzazione con la natura, riusciremo a sopravvivere noi e la società tecnologica, permettendo, al contempo, alla natura di rifiorire.

Il brano mi porta spontaneamente al pensare al deepest ecologist: Georgescu.

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