Ecco la video intervista di George Monbiot del Guardian a Faith Bairol capo economista dell’IEA, ovvero
Perché il WEO 2008 non dice che, con un declino dei pozzi al 6,7%/anno (invece del 3,7 del WEO 2007) e con i limiti alle emissioni del protocollo di Kyoto già ampiamente sforati, serve davvero una rivoluzione energetica rinnovabile?
Ne avevamo parlato qui, qui, qui, qui e qui.
Foto | Veronique Soulier
Aggiornamento
VIDEO Presentazione di Fatih Birol al Council on Foreign relations, a proposito del WEO 2008, da The Oil Drum.
Immagine da IPCC
La sintesi del 3 rapporto dell’IPCC quantifica in un investimento del 3% del prodotto interno lordo mondiale il budget minimo necessario per contenere le emissioni ad un livello sufficiente (compreso tra 445 e 535 ppm) che eviti una catastrofe climatica. Come ben nota Ecoalfabeta:
Se non si facesse nulla, la CO2 salirebbe assai di più […] fino a 710 ppm, circa 2 volte e mezzo il valore preindustriale, con conseguenze inimmaginabili per il clima […] 710 ppm potrebbero portare ad un aumento tra i 2,5 e i 6 gradi. Restare sotto le 500 ppm farebbe aumentare la temperatura tra 1 e 3 ˚C, il che non è comunque poco.
Il 3 % del PIL globale significa comunque GRANDI differenze nella ripartizione del carico secondo i paesi (vedi uno studio sulla metodologia di ripartizione del FEEM, initolato Equity Weighting and the Marginal Damage Costs of Climate Change)
Ma al di là di chi deve pagare quanto in termini geografici, il rapporto sottolinea che, dal punto di vista settoriale:
Transportation remains a tough problem, and is the least responsive relatively to different levels of carbon pricing of any of the sectors examined.
There are multiple mitigation options in the transport sector, but their effect may be counteracted by growth in the sector. Mitigation options are faced with many barriers, such as consumer preferences and lack of policy frameworks.
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Immagine da Fotocommunity
In un articolo del 6 marzo, prendendo ad esempio una recente sentenza riguardante il Lago Thrupp nell’Oxfordshire, George Monbiot analizza il peso degli avvocati in Gran Bretagna.
Il gigante elettrico RWE npower ha deciso di scaricare 60.000 tonnellate di ceneri da combustione della sua centrale di Didcot nel lago Thrupp e, in seguito alle proteste, il giudice Calvert-Smith ha deciso di mandare i galera chiunque si avvicini al lago, sulla base del Protection from Harrassment Act, nato per proteggere donne pedinate e molestate “da pericolo o fastidio”.
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foto da Fotocommunity
da The Guardian
Con la defezione di Bush, le società del petrolio e del carbone stanno facendo di tutto eccetto l’unica cosa che sarebbe davvero fondamentale: adoperarsi per una riduzione dei consumi energetici
George Bush propone di affrontare il problema del cambiamento climatico servendosi di fumo e specchi. La novità sta nel fatto che non si tratta più di una semplice metafora. Dopo sei anni di mistificazioni e smentite, gli Stati Uniti insistono ora sulla necessità di trovare modi efficaci di controllare i raggi del sole che arrivano sulla Terra. Ciò significa lanciare in orbita enormi specchi o immettere nuvole di piccole particelle nell’atmosfera.
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Foto da Fotocommunity
Oggi, 20 dicembre, la Commissione Europea ha proposto una legge per introdurre le emissioni di gas ad effetto serra dell’aviazione civile nell’Emission Trading Scheme (ETS). Le emissioni dell’aviazione rappresentano attualmente circa il 3% delle emissioni totali dell’UE, ma aumentano più velocemente di qualsiasi altro settore: + 87% dal 1990, anche perché volare è diventato poco costoso senza l’inclusione dei relativi costi ambientali.
Qualora nessuna misura venisse presa in considerazione, la crescita delle emissioni dei voli dagli aeroporti dell’Unione Europea produrrà l’annullamento di oltre un quarto dell’8% di riduzione delle emissioni totali di CO2, l’obiettivo del protocollo di Kyoto per il 2012. Entro il 2020, le emissioni dell’aeronautica saranno probabilmente più del doppio dei livelli attuali. La direttiva proposta riguarderà le emissioni dei voli all’interno dell’UE dal 2011 e di tutti i voli da e per gli aeroporti UE dal 2012. Sia gli operatori europei che stranieri sarebbero inclusi. La Commissione valuta che entro il 2020 un risparmio di CO2 fino al 46%, 183 milioni di tonnellate, potrebbe essere realizzata ogni anno. Questo equivale al doppio delle emissioni annuali totali dell’Austria.
Anche l’aeronautica dovrebbe dare un contributo appropriato ai nostri sforzi per dare un taglio alle emissioni di gas ad effetto serra. La Commissione continuerà a lavorare con i suoi soci internazionali per promuovere gli obiettivi di un accordo globale sull’aeronautica. L’introduzione delle emissioni del settore aereo nell’emission trading scheme è una soluzione redditizia buona per l’ambiente ed imparziale per tutte le compagnie aeree.
Stavros Dimas, Commissario all’Ambiente dell’Unione Europea
Mentre le emissioni dei voli domestici sono coperte dagli obiettivi del protocollo di Kyoto, l’aeronautica internazionale non lo è. Inoltre, il carburante jet degli aerei è storicamente esentato da qualunque tassa. Gli accordi bilaterali dell’aria fra i paesi membri dell’UE e i Paesi terzi stanno cambiando per realizzare tale inclusione, ma occorrerà tempo. La commissione europea (EC) ha annunciato che comprendere l’aeronautica civile nell’ETS è un modo efficace e cost-effective per portare il settore a controllare le sue emissioni ed attuare una strategia accettata dall’Organizzazione Internazionale dell’Aeronautica Civile (ICAO).
segue su Green Car Congress
Al fine di capire il DRAMMA FUTURO dei singoli stati ecco subito l’esempio del Regno Unito.
George Monbiot sul suo blog ci aggiorna su come il Piano Aeroporti del governo inglese (Ministero dei Trasporti) cancellerà gli sforzi per la riduzione delle emissioni, secondo lo studio Predict and Decide – Aviation, Climate change and UK Policy (Ministero dell’Ambiente)
…e della KLM olandese.
Multe in vista?