Segnalo l’uscita del rapporto dell’Environmental Protection Agency (EPA) americana sulle intensità energetiche dei diversi settori industriali. Il rapporto cerca di stimare sia i consumi di energia dei diversi settori che le emissioni associate e va oltre, valutando le opportunità tecniche, legislative, finanziarie ed istituzionali per migliorare il bilancio di emissioni di ogni filiera.
Mitsui Engineering & Shipbuilding Co, (MES) annuncia di aver ricevuto un ordine per la costruzione di un impianto di riciclaggio per gli scarti dallo shochu, un liquore giapponese distillato, dall’Associazione per il riciclaggio di Saito (SRA) della prefettura di Miyazaki. L’impianto riciclerà gli scarti generati durante la produzione dello shochu dall’orzo o dalla patata dolce in materiali per il foraggio, concentrando ed asciugando gli scarti di produzione stessi.
L’impianto può trattare fino a 100 tonnellate di sedimenti al giorno, contribuendo ad impedire l’inquinamento marino causato dalla loro eliminazione nell’oceano. In questa fabbrica, quasi tutti gli ingredienti attivi sono separati dai sedimenti di shochu, concentrati ed essiccati, sono riciclati in etanolo da mescolare con benzina, o in materiali per l’alimentazione.
MES progetta di stabilire un servizio permanente di soluzione life-cycle (LSS) dal trattamento dello scarto del shochu all’utilizzazione dei materiali riciclati. Inoltre concentrerà la sua attività di ricerca e sviluppo per attrezzature ambientali e vari sistemi per la riduzione delle difficoltà ambientali onde contribuire alla realizzazione di una società orientata al riciclaggio.
Il governo metropolitano di Tokyo (TMG) ha recentemente annunciato di aver ridotto le emissioni di gas ad effetto serra (GHG) del 3.3 per cento dai livelli del 2004 (74.446 tonnellate), raggiungendo cosi’ un livello di 2.203.560 tonnellate equivalenti CO2. Il TMG sta attuando un programma di riduzione delle emissioni per contrastare il riscaldamento globale, e mira ad una riduzione del 10 percento delle GHG per il 2009 dai livelli del 2004. Genera circa 3 per cento delle emissioni totali di GHG a Tokyo.
Il progetto della TMG include diverse misure per il risparmio energetico, quali: (1) apparecchi a basso consumo; (2) sistemi di monitoraggio del consumo di elettricita’ in 30 edifici pubblici; (3) sostituzione dalle lampadine incandescenti con diodi luminescenti; (4) motori ed invertitori avanzati per i treni; (5) sistemi ad energia solare negli impianti di purificazione dell’acqua di Asaka, di Misono e di Ozaku ed incenerimento a temperatura elevata del fango negli stabilimenti di trasformazione delle acque reflue per ridurre le emissioni di ossidi di azoto (N2O).
Il 5 ottobre 2006, la corte distrettuale di Nagoya ha ordinato al governo la pubblicazione delle informazioni sul consumo di elettricità e di combustibile di quattro grandi impianti industriali: Nagoya Works della Nippon Steel Corp.; Yokkaichi Complex della Tosoh Corp.; e due fabbriche (a Yokkaichi a Shiojiri) della Mitsubishi Chemical Corp. Questo giudizio à stato reso su una delle tre cause intentate contro il governo nazionale da Kiko Network, un’organizzazione non governativa (“kiko” = clima), che opera per la pubblicazione dei rapporti energetici delle principali aziende.
Secondo la legge sull’uso razionale dell’energia, le grandi fabbriche sono obbligate a comunicare il loro consumo annuale di elettricità e di combustibile al governo. Nel 2004, la rete di Kiko ha chiesto al governo di pubblicare i rapporti per l’anno fiscale 2003 riguardanti le fabbriche di Tipo 1 (i più grandi emettitori), ma per 753 impianti, il 15% del totale, non sono stati resi pubblici. Tenendo conto che questi dati sono essenziali per le misure contro il riscaldamento globale, la rete Kiko ha invitato il governo a cambiare la sua decisione di non pubblicare le informazioni su quelle facilità ed ha intentato tre cause, come cause-modello, nelle corti distrettuali di Nagoya, Osaka e Tokyo in 2005. Nel caso di Nagoya, la rete ha chiesto la rilevazione dei dati su nove impianti manufatturieri sotto la giurisdizione dell’ufficio di Chubu del Ministero di economia, commerciale e dell’industria.
Inizialmente, il ministero aveva ribadito che la pubblicazione avrebbe minato il vantaggio competitivo delle aziende, ma nel mese di maggio 2006 quando la causa era ancora in corso, il governo ha cambiato la sua decisione riguardo a cinque dei nove impianti nella causa di Nagoya. Inoltre, i rapporti di 326 ulteriori impianti nel resto del paese sono stati resi pubblici da luglio 2006. Includendo alcuni impianti rilevati prima di allora, i dati su un totale di 340 impianti sui 753 d’origine sono ora aperti al pubblico.
Risulta ora evidente che le emissioni di anidride carbonica (CO2) di 200 grandi impianti, compresi quelli i cui i dati non sono stati rilevati, rappresentano più della metà delle emissioni totali del CO2 del Giappone. La rete di Kiko prevede che la vittoria legale a Nagoya imprima un’accelerazione decisiva agli sforzi futuri per combattere il riscaldamento globale.
Segnalo un bel rapporto prodotto dal Roberts Environmental Center del Claremont McKenna College con i rating di sostenibilità dell’industria automobilistica e della componentistica. Il rapporto è qui.
I profili CO2 dei costruttori nel rating di rischio extra-finanziario
Le emissioni di CO2 sono incluse come criterio specifico del settore nella valutazione di rischio extra-finanziario. Gli obiettivi e le strategie dei costruttori per il taglio delle emissioni dei loro veicoli sono esaminati in questa sezione. Inoltre, le emissioni medie dell’intera flotta, ponderati per il numero dei singoli modelli, sono presi in considerazione per il rating.