Velo’V o il Successo del Bike Sharing a Lyon
Velo’V, chiasmo composto con le parole “vélò“, bicicletta in francese e “love” è essenzialmente un Trasporto Pubblico Individuale e ora marchio proprietario del comune di Lyon. E’ un progetto di bici pubbliche disseminate in tutta la città e gestite in sinergia da Decaux per le istallazioni pubblicitarie ed il comune. Il progetto ha avuto un successo oltre ogni previsione.
Le parole dell’assessore all’ambiente di Lyon M. Gilles Vesco, intervistato da Benoit Lambert di L’Etat de la Planète, sono chiare e comunicative: “E’ il premio all’innovazione ed al rischio…In pochi mesi si può invertire la tendenza ed uscire dal tunnel dell’inevitabilità della mobilità motorizzata sia per automobili che motorini…Non siamo condannati all’ingorgo quotidiano ed è possibile migliorare la qualità della vita, risolvendo situazioni di gravissimo inquinamento acustico ed atmosferico“.
I numeri: 350 stazioni con 4000 biciclette, in 3 fasi, ora, nella fase 2 siamo a 3000 bici;
ogni bici fa 30 km; tutte le bici di Velo’V fanno ogni giorno più del giro della terra, 40.000 km;
20.000 tragitti di 2 km l’uno; i tragitti sono di un quarto d’ora al giorno;
In tutte le fermate dell’autobus, pensiline, pannelli pubblicitari e parcheggi per le bici sono pagate con i proventi delle autorizzazioni date alla IGP Decaux dal comune.
Dall’inizio del progetto si è passati da 1400 a 2500 fermate di autobus coperte.
In altri paesi da Parigi a Marsiglia a Bruxelles si iniziano progetti analoghi.
2 tariffe
– carte bleu diretta all’uso di breve durata : la prima mezz’ora gratis, poi da mezzora a un’ora e mezza 1€, ogni ora supplementare 2€ ;
– carte rouge per l’uso prolungato: 5 euro l’anno di abbonamento, la prima mezz’ora gratis poi da mezz’ora a un’ora e mezza 0.5 €, per ogni ora supplementare 1€.
Il Risultato? Velo’V ha 60.000 abbonati dal lancio di giugno 2005!
Si registra un netto incremento della qualità dell’aria. Un esempio con una domanda: con 7 milioni di km percorsi in bici invece che con auto o motorini, quante tonnellate di CO2 sono state evitate?
Il sistema Velo’V ha raccolto un massiccio consenso ed ha permesso un uso diffuso del bike sharing, rendendo più accessibile la città ed aumentando la convivialità. Il sistema di sicurezza, tecnologicamente avanzato, è la chiave per la sostenibilità del progetto, ma è l’idea di “cicli in rete” che caratterizza e determina il successo di Velo’v; le sue molte stazioni, l’agilità acquisita in bici, la facilità di impiego e, very important, l’economicità.
Velo’V è per i tragitti brevi.
Considerazioni personali
Senza una specifica politica di incentivazione della ciclabilità (creazione di piste ciclabili o disincentivazione dell’automobile), il sistema Velo’V è indirizzato a chi non usa la bicicletta come mezzo di trasporto ma estemporaneamente o con i trasporti pubblici. Lione ha attaccato frontalmente la causa principale del degrado del suo centro storico. Non si tratta di complessi programmi per la mobilita, piuttosto un’iniziativa agile: lascia l’auto (o l’autobus) e prendi la bici.
Il progetto per essere sostenibile include l’industria privata, una telecom per la gestione delle carte ed il controllo delle bici e l’industria pubblicitaria delle affissioni per le stazioni, (alcuni gruppi di Adbusters hanno infatti compiuto azioni non violente, smontando i pannelli pubblicitari). Il successo rimane: volendo fornitore un’alternativa al mezzo di trasporto individuale, la seconda città di Francia si è ben lanciata nelle bici pubbliche. La qualità dell’aria è nettamente migliorata e le opinioni dei cittadini sono in generale molto positive.
Altri ci avevano provato. A Ginevra-la-rossa le vollero gratis negli anni 80. Del progetto ho solo il ricordo di quelle decine di bici rosa semi-distrutte nei bassifondi della Tour Blavignac in ristrutturazione, era la metà anni 90. Il progetto andò male per la generale noncuranza, che causò un rapido degrado delle bici. In quel caso, credo fosse la mancanza di regole e tecnologia per l’uso ed il deposito (non la gratuità in se, spero!) la causa del degrado delle bici e del fallimento dell’esperimento.
Diverso a Copenhagen dove serve una moneta da 2€ circa che induce alla restituzione, ma i parcheggi sono pochi e in un’area ristretta del centro città intorno alla stazione. Le bici infine sono assai brutte e non invogliano affatto. La portata mi è sembrata dunque limitata per una città dove i ciclisti sono onnipresenti e che non soffre di inquinamento.
L’esperienza di Lione ha invece indotto un cambiemento delle abitudini, il salto modale di una fetta consistente di cittadini per gli spostamenti quotidiani nel centro urbano. Un esempio da adottare a Roma con – ovviamente! la continuazione di costruzione della rete ciclabile per chi la bici la possiede, la usa fuori dal centro e oltre i 2 kilometri.
L’audio, in francese, da L’Etat de la planète.